Temperature alte e siccità la campagna è in ginocchio

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Sabato 22 Febbraio 2020, 05:04
IL CLIMA PAZZO
FERMO Frutteti in fiore, api al lavoro, primizie già sul banco del mercato con mesi di anticipo. Scombussola la campagna questo inverno che sa di primavera. Temperature miti e sole tiepido confondono la natura. La crisi idrica che sta attanagliando il Fermano, e che nelle prossime settimane potrebbe portare a un razionamento dell'acqua, è solo una delle tante conseguenze di questo inverno anomalo. Un'altra riguarda la campagna che, a dispetto del calendario, si mostra in una veste ormai primaverile. Ne sanno qualcosa gli agricoltori, alle prese con campi da irrigare quasi come d'estate e costretti a fare i conti con uno degli inverni più secchi a memoria d'uomo.
Alberi in fiore
Gli albicocchi, i primi alberi da frutto a sbocciare, sono in fiore con quasi un mese di anticipo. E a questo punto c'è solo da sperare che l'inverno, quest'anno, non arrivi. «A trenta chilometri dal mare dovremmo ritardare la produzione e, invece, anticipano. Se a marzo o aprile iniziasse a fare freddo e, di notte, a gelare, sarebbe un disastro. Le piante perderebbero i frutti e non avremmo niente da raccogliere». A parlare è Maurizio Curi dell'azienda agricola La Golosa di Montelparo. Come i colleghi, è alle prese con le conseguenze del clima impazzito. Non piove da mesi e, in montagna, la neve non fa in tempo a formarsi che già si è sciolta.
Terra secca
«La terra è secca. È un dramma prosegue Curi perché, come le persone, anche le piante hanno bisogno d'acqua e, un conto è quella che ricevono con l'irrigazione, un altro quella che arriva dalla pioggia, che le rinfresca e le lava». Se adesso arrivasse l'inverno, distruggerebbe tutto, i prezzi di frutta e verdura schizzerebbero alle stelle e il prossimo anno si rischierebbe un raccolto forse abbondante ma di scarsa qualità. L'inverno che non c'è confonde anche gli animali. Dagli uccelli che non hanno mai smesso di cinguettare alle lucertole che si crogiolano al sole, invece che di fine febbraio queste sembrano giornate di aprile inoltrato. Già da settimane le api sono tornate al lavoro sui fiori. Per loro, il clima mite significa risveglio. Sono uscite dagli alveari almeno un mese prima del previsto e hanno cominciato a impollinare i boccioli. Scene bucoliche, piacevoli alla vista, che però fanno presagire scenari alquanto preoccupanti.
L'apicoltore
«Le api spiega l'apicoltore di Piane di Falerone, Enrico Concetti seguono il ritmo delle stagioni. Per loro adesso è primavera e si comportano di conseguenza. Ma se arrivasse l'inverno sarebbe un disastro. Tante morirebbero e le altre avrebbero difficoltà a trovare cibo e acqua». Di solito, infatti, d'inverno le api si riposano negli alveari. Con la bella stagione si rimettono in moto. Quest'anno fa sapere l'apicoltore non hanno avuto tempo di riposarsi abbastanza. «È come se in pochi mesi facessero due volte lo stesso lavoro», dice. Se adesso arrivasse il freddo non avrebbero di che nutrirsi. L'unica soluzione sono il cibo e l'acqua che gli apicoltori lasciano davanti agli alveari, ma spesso non bastano. E il problema non è da poco, visto il fondamentale ruolo delle api per l'ambiente. Previsioni alla mano, ci aspettano ancora giornate di sole e temperature di molto al di sopra della media stagionale. Gli anziani dicono che un inverno così caldo e senza pioggia non l'hanno mai ricordato. Il problema è che forse dovremo cominciare a farci l'abitudine.
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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