Rientro travagliato in classe fra controlli e leggi ballerine «Che rebus per le famiglie»

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Martedì 11 Gennaio 2022, 05:05
LA SCUOLA
FERMO Green pass rafforzato. Anzi no, Green pass base. Anzi no, Green pass rafforzato sugli autobus e base sugli scuolabus. Un inizio d'anno più travagliato gli studenti del Fermano non potevano sognarselo. Hanno cominciato i sindaci, quando, in 35 su 40, hanno sospeso le lezioni venerdì e sabato scorsi per vedere gli effetti sui contagi delle feste di fine anno. Poi, all'ultimo minuto, l'Ufficio scolastico regionale ha deciso per la didattica a distanza nei due giorni. Poi è scattato l'obbligo del Green pass rafforzato sugli autobus. Poi è arrivata la circolare del Ministero della salute che ha posticipato di un mese l'obbligo. O, meglio, questo è quello che hanno capito i sindaci.
Il brindisi
I primi cittadini hanno brindato allo slittamento chiesto dall'Anci (Associazione nazionale Comuni d'Italia), solo in parte concesso. Perché, ieri, gli studenti delle superiori che sono andati a scuola hanno dovuto mostrare il Super Green pass, cioè quello che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid. Quello base, cioè quello valido anche con il tampone negativo, per loro non basta più.
Il mezzo
Non è una questione d'età, ma di mezzo di trasporto. Perché «l'ordinanza del ministero non riguarda il trasporto pubblico locale, ma i servizi scolastici dedicati», spiega il direttore d'esercizio della Steat, Mario Pollicelli. «Agli studenti di scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado è consentito l'accesso, in deroga, ai mezzi di trasporto scolastico dedicato e il loro utilizzo», si legge nell'ordinanza del ministero. In pratica, la deroga al Green pass rafforzato varrà, fino al 10 febbraio, per i mezzi che trasportano solo studenti. Gli scuolabus, per capirci. Per gli altri, quelli usati soprattutto dai ragazzi delle superiori, no. Perché lì può salirci anche chi studente non è. Non fa differenze, invece, l'obbligo delle mascherine Ffp2 che chi ha più di dodici anni, da ieri, deve indossare sui mezzi. Un caos, insomma. Ingrossato in alcuni casi dalle comunicazioni social dei sindaci che, interpretando male l'ordinanza o, forse, sottovalutando quel «dedicato» del testo, hanno avallato l'idea che la deroga valesse per tutti, studenti delle superiori compresi.
I danni
Ieri, la chiusura delle scuole della città, ordinata dal sindaco di Fermo dopo la nevicata di domenica, ha limitato i danni. «Mi auguro il commento di Paolo Calcinaro che questo inizio ritardato di quattro giorni possa aver fatto definire più precisamente quelle positività contratte nei normali momenti sociali vissuti a Capodanno e che, quindi, possano limitare in parte l'aumento di contagi e quarantene. Non voglio criticare l'indirizzo preso da Stato o Regione, perché nessuno ha la verità in tasca in questi momenti, ma so che per studenti e famiglie questo inizio non è il massimo per contingenza e serenità». Oggi, si capiranno gli effetti di queste comunicazion, fatte e modificate all'ultimo minuto. I primi la Steat li ha già testati ieri. Con i telefoni degli uffici che squillavano a non finire e le famiglie degli studenti che chiedevano lumi. «Non ho notizie di comportamenti fuori regola. Chi era indeciso sul vaccino è rimasto indeciso, anche con un'interpretazione diversa dell'ordinanza», spiega Pollicelli.
Il frutto
Per il quale la confusione che s'è creata è frutto di «un'interpretazione troppo personale, in un momento di particolare difficoltà, che ha portato a dire cose giuste, ma facendo passare informazioni che lasciavano intendere altro».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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