Prezzi congelati e costi alti i balneari ora alzano la voce

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Sabato 24 Agosto 2019, 05:04
LA STAGIONE
FERMO «È tempo di mettere in sicurezza la balneazione attrezzata italiana!»: è questo lo slogan della seconda giornata nazionale dei balneari italiani promossa dal sindacato balneari di Confcommercio. Voluta per la prima volta un anno fa, anche domani vedrà simbolicamente impegnati gli operatori balneari a sensibilizzare clienti, avventori, curiosi, turisti, ovvero tutta l'opinione pubblica sulle problematiche del settore. Sul ruolo delle imprese balneari, piccole e familiari, sulla funzione svolta e sulla necessità di risolvere la questione proroghe concessioni.
I particolari
Non sarà una protesta, come del resto non lo è stato lo scorso anno: gli operatori si serviranno di manifesti, magliette, cappellini, magari anche organizzando semplici iniziative nel proprio spazio. Parlando con la gente, con tutti quelli che a vario titolo frequentano la spiaggia, con le persone, insomma. «Come dice lo slogan nazionale commenta il vicepresidente del Sib del fermano, Romano Montagnoli è giunto il tempo di risolvere una volta per tutte la questione. E' da dieci anni che va avanti questa storia». Da quando cioè nel 2009 è entrata in vigore la Bolkestein ed ha cessato di avere effetto la legge dello stato che prescriveva il diritto di insistenza, o di rinnovo automatico della durata della concessione demaniale. Abrogata dal Parlamento, ha fatto cadere il settore nella più totale incertezza. A livello nazionale le imprese balneari sono 30.000, nella nostra provincia ben 150; e se in tutta Italia il volume di affari del turismo conta il 13,2% del Pil nazionale e il 14,9% degli occupati, con la balneazione che si attesta sul 42% del turismo, in provincia non siamo da meno.
I centri
A Porto Sant'Elpidio, Fermo e Porto San Giorgio, Pedaso, Altidona e Campofilone, le imprese balneari sono circa 150. Tutte a conduzione familiare, la cui fonte di reddito è proprio l'attività svolta. Con una funzione, che Montagnoli definisce in alcuni casi proprio «di ammortizzatore sociale». I prezzi che non aumentano, a fronte di costi sempre crescenti e il lavoro che si crea, con in media una decina di persone impiegate per ogni concessione, soprattutto giovani, sono i due aspetti principali. E nell'ambiente la preoccupazione cresce. «Siamo terrorizzati dalla Bolkestein il commento del presidente del Sib, Carlo Iommi abbiamo paura che possa arrivare un governo che cambi le carte attualmente in tavola». Le carte sono quelle su cui è scritta la legge finanziaria per il 2019, nella quale il ministro Centinaio aveva fatto inserire norme per la proroga delle concessioni di almeno 15 anni. «E se ora arriva qualcuno che l'annulla?» prosegue Iommi. La legge di per sé sarebbe efficace, le concessioni sarebbero prorogate.
I dubbi
Ma loro, gli operatori, non hanno alcuna carta in mano. Nessuna pezza d'appoggio che, in caso di problemi e di eventuali interventi dei tribunali, potrebbe creare caos. «E' successo a metà stagione a Genova, sono stati messi i sigilli ad una concessione» spiega Montagnoli che aggiunge «Nel nostro territorio i Comuni, che dovrebbero emettere decreti di proroga ancora non hanno provveduto». E dire che la Regione Marche ha scritto a tutti, quattro mesi fa, spiegando cosa fare. «La preoccupazione cresce, alcuni di noi avevano ricominciato ad investire e se ora si fermasse tutto?» dice ancora Iommi. Cresce anche il rischio di dover sostenere ancora più costi. Spese legali? Il rischio di ritrovarsi senza un'attività, creata e avviata da anni? Questo e non solo. «Prendete Fermo spiega Montagnoli c'è il piano di spiaggia e non si possono fare nuove concessioni, tutto è fermo. A Porto Sant'Elpidio non si possono rendere definitive alcune situazioni provvisorie». Crescono poi i costi derivanti anche, a livello locale, dalle cosiddette notti brave.
La legge
«Molti di noi dopo una serata devono sostenere spese per ripagarsi le attrezzature dice Iommi eppure basterebbe che si facesse rispettare la legge che impone il divieto di accesso alla spiaggia dopo le 23. Non ce la facciamo più a sopportare tutti i danni, provocati da chi, nello sballo di alcol e forse altro, pensa di divertirsi». Un fenomeno spesso presente a Porto San Giorgio, e se per caso gli operatori dicono qualcosa rischiano pure di prendersi denunce. Se a questo si aggiunge il mese di luglio rovinato dal tempo brutto, che ha causato molti danni, la situazione diventa davvero molto complicata.
Chiara Morini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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