Pressing del Parlamento europeo su Roma per ridare il giusto peso e le competenze agli organi con pochi fondi

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Martedì 24 Ottobre 2017, 05:00
L'ENTE
FERMO Di previsioni da fare per l'anno che si accinge a finire ce ne sono ormai poche. Eppure, con i tempi che corrono, chiudere un bilancio di previsione per le Province è un vero successo. Dopo la riforma Delrio, questi enti a metà strada tra Comuni e Regioni vivono in una perenne incertezza. Un «precipizio», per dirla con il consigliere Pierluigi Malvatani, in cui la Provincia di Fermo non accetta di cadere.
L'epilogo
Alla fine, il bilancio 2017 è stato chiuso. Venerdì sarà presentato all'assemblea dei sindaci; oggi o al massimo domani sarà approvato dal Consiglio provinciale. «La data in cui lo andiamo a presentare ha detto la presidente Moira Canigola rappresenta le difficoltà che l'ente ha avuto e continua ad avere. Nonostante tutto, siamo riusciti a chiudere in pareggio il nostro bilancio di previsione». L'esposto cautelativo e il decreto di squilibrio sono stati passaggi fondamentali per raggiungere l'obiettivo. «Partivamo ha continuato Canigola da un prelievo forzoso dello Stato di 13 milioni e siamo arrivati a un contributo che dobbiamo dare alla finanza pubblica di 4 milioni. È stato fatto un lavoro non indifferente, passato per i decreti che ci hanno ridato risorse (3 milioni 400mila euro, di cui 2 milioni 300mila per scuole e strade). La Regione ha capito le difficoltà delle Province, e a quella di Fermo ha dato due milioni per continuare a investire su viabilità e scuole. L'approvazione del bilancio consuntivo del 2016 ci ha inoltre portato un piccolo avanzo e, grazie a una normativa per gli enti terremotati, siamo riusciti a spostare il pagamento di una rata di un mutuo al termine del mutuo stesso, cioè al 2041. Tutto questo ci ha permesso di arrivare al pareggio di bilancio». Dei circa 40 milioni messi a bilancio, 550mila euro vanno alla gestione delle scuole, 440mila alla manutenzione stradale, 170mila a quella degli edifici scolastici e 107mila a quella del parco macchine. «Rispetto all'anno scorso, siamo riusciti a dare maggiori risorse ai settori viabilità e patrimonio, rispettivamente circa 400mila e circa 77mila euro in più. Questo non ci permetterà di fare investimenti importanti, ma di continuare a garantire piccoli interventi per tutto l'anno», ha concluso la presidente. A complicare le cose resta la gestione delle funzioni non fondamentali che la riforma Delrio ha passato alla Regione e che la Regione ha rigirato alla Province, con la promessa di rimborsarle. Tra le voci più pesanti c'è quella del Centro per l'impiego che ogni anno incide sul bilancio per circa un milione. «Sarà una trattativa estenuante e lunga», ha spiegato Malvatani. «Ci sono tavoli aperti in Regione. La Provincia ha portato le rendicontazioni dei costi sostenuti di cui chiede il rimborso. La Regione sta verificando. Ci hanno detto che le spese sostenute saranno rimborsate. Siamo fiduciosi».
I confini
La crisi delle Province ha varcato i confini nazionali. Nei giorni scorsi a Strasburgo il Parlamento europeo ha votato un rapporto del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa, che monitora la situazione italiana. Il testo votato chiede all'Italia di «rivedere la politica di progressiva riduzione e di abolizione delle Province, ristabilendone le competenze e dotandole delle risorse finanziarie necessarie per l'esercizio delle loro responsabilità». Il Congresso raccomanda di «ristabilire l'elezione diretta per gli organi di governo delle Province e di fissare un sistema di retribuzione ragionevole e adeguata dei loro amministratori».
Francesca Pasquali
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