Non piove più, scatta l'allarme Crisi idrica in tutto il Fermano

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Sabato 19 Ottobre 2019, 05:04
IL CASO
FERMO Cielo terso. Al massimo qualche nuvola che sparisce veloce. Nel Fermano non piove quasi più. Il sogno estivo di ogni bagnante, quando sdraio e ombrelloni vengono riposti, diventa un problema serio. Temperature primaverili e siccità preoccupano non poco. Anche perché, quando arriva dal cielo, la pioggia fa male. Bombe d'acqua di pochi minuti che si lasciano dietro veri e propri disastri. Senza che la terra abbia il tempo di assorbire e le sorgenti di ricaricarsi. Dalle montagne arriva sempre meno acqua. I fiumi sono secchi. I campi pieni di spacchi.
Le previsioni
Le previsioni, imperterrite, danno bel tempo almeno fino a fine mese. Parlare di emergenza idrica, ora, non è più un'esagerazione. «La situazione è gravissima dice il presidente del Ciip, Giacinto Alati e purtroppo continua a non piovere». Nel Fermano, il consorzio serve 26 Comuni (Altidona, Amandola, Belmonte Piceno, Campofilone, Fermo, Grottazzolina, Lapedona, Monsampietro Morico, Montefalcone Appennino, Montefortino, Montegiberto, Monteleone di Fermo, Montelparo, Monte Rinaldo, Monterubbiano, Monte Vidon Combatte, Montottone, Moresco, Ortezzano, Pedaso, Petritoli, Ponzano di Fermo, Porto San Giorgio, Santa Vittoria in Matenano, Servigliano, Smerillo).
I rimedi
Per scongiurare la crisi idrica, il Ciip si era già mosso, chiudendo le fontane pubbliche, potenziando il monitoraggio dei serbatoi e attivando tutti gli impianti di soccorso. Non è bastato. Il livello di allarme, già in codice rosso, è stato portato al secondo stadio. E l'acqua, che per ora continua a sgorgare dai rubinetti, presto potrebbe essere interrotta. «Ci siamo dati due settimane di tempo. Se la situazione resterà questa, dovremo cominciare a chiudere i serbatoi nelle ore notturne», fa sapere Alati. Intanto, i tecnici del Ciip sono al lavoro per verificare i casi più critici. È da lì che si partirà con le chiusure, che riguarderanno anche le case. E che dovrebbero avvenire di notte, tra le 23 e le 5, per ridurre al minimo i disagi la mattina dopo. «Anche se è da parecchio tempo che lo stato idrico è a livello emergenziale spiega Alati , da quando ricopro questo ruolo, non ricordo un anno così secco. E il terremoto ha peggiorato la situazione, perché le sorgenti si sono spostate verso l'Umbria». «Finora prosegue con gli impianti di soccorso siamo riusciti a sopperire alla carenza idrica. Proprio per questo, le persone vedono che l'acqua c'è, non si rendono conto di come stanno realmente le cose e magari continuano a sprecarla». È compito dei Comuni verificare che ciò non avvenga e, in caso contrario, multare i trasgressori. Stessi problemi sta vivendo il Tennacola che serve i restanti Comuni della provincia. La società ha diramato un'allerta di possibile crisi idrica.
Gli impianti
«Allo stato attuale fa sapere il consorzio stiamo fronteggiando la situazione con l'attivazione pressoché totale degli impianti di captazione di soccorso da subalveo, la gestione della risorsa idrica disponibile attraverso il sistema di monitoraggio e telecontrollo e le opportune manovre sulle reti e sui serbatoi». Due le principale sorgenti da cui la società si approvvigiona: quella di Capotenna e quella nei pressi di Sarnano. Entrambe, però, ora sono in sofferenza. «Siamo in pre-allerta dice il presidente Daniele Piatti e stiamo valutando se effettuare o meno chiusure notturne. Abbiamo invitato i Comuni a comunicare ai cittadini di non sprecare l'acqua e di utilizzarla con parsimonia. Per ora, riusciamo a tamponare l'emergenza, ma, viste le previsioni, se continuerà così, chiusure notturne saranno inevitabili».
Poca anche la neve
Anche le scarse nevicate dello scorso inverno ci hanno messo del loro, non permettendo alle sorgenti montane di ricaricarsi. «Se finora non abbiamo interrotto l'erogazione spiega Piatti è perché abbiamo attivato le portate di soccorso dei pozzi di falda, lungo le piane del Chienti e del Tenna. Proseguiamo con il monitoraggio continuo della portata delle sorgenti, ma, se dovesse scendere ulteriormente, in qualche zona, dovremo chiudere i serbatoi per farli ricaricare». Unanime e allo stesso modo accorato l'appello che i due presidenti rivolgono ai cittadini a non sprecare l'acqua e, nel caso delle attività commerciali e produttive, a fare particolare attenzione alla manutenzione di serbatoi e pompe. Insomma, ad avere cura di un bene tanto prezioso che, ora, è a rischio.
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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