Mareggiata come uno tsunami gli chalet inghiottiti dalle onde

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Giovedì 14 Novembre 2019, 05:04
IL MALTEMPO
PORTO SANT'ELPIDIO La prima mareggiata d'autunno mostra i muscoli e allaga il Fermano. E a Porto Sant'Elpidio l'acqua è arrivata dall'altra parte della strada, non s'è accontentata d'inghiottire gli chalet, è andata oltre. Danni incalcolabili, per centinaia di migliaia di euro. Si chiederà lo stato dai calamità ma intanto? Una tragedia annunciata e di parole per raccontarla ne restano poche. Soprattutto dopo una notte insonne i balneari piangono più che parlare.
La batosta è più grossa di quella del 2014, quando sprofondò Sudomagodo. Tutta la costa è stata inondata, non solo il sud. Il mare è arrivato ad allagare le praterie di via Trieste fin sotto la pineta nord e ha minacciato il centro fin sotto gli chalet. In via Faleria non è rimasto niente del ristorante Trentasette, nonostante le scogliere radenti. Stabilimento svuotato come fosse passato lo tsunami. «Una cosa tremenda» è il coro di voci che racconta un lungomare impossibile da attraversare alle 3 di notte, per il liquido misto di acqua salata, pioggia e melma delle fogne. I tombini non puliti non hanno retto e sono saltati. Era prevista da tre giorni l'allerta meteo e domani si prevede il secondo round. Il mare è arrivato alle case, ben oltre la ciclabile. Una barca di pescatori è comparsa sul marciapiede nella notte. E che dire dei pavimenti sfondati, dei vetri disintegrati, dei locali allagati, degli impianti elettrici fuori uso, dei locali sventrati e dei mobili in legno fuori uso.
Gli interventi
Alle cinque di ieri mattina gli operai dell'ufficio tecnico e dell'Ecoelpidiense erano al lavoro per riparare. Tratti di strada sono rimasti interdetti fino a tardi ieri e il sindaco Franchellucci ha monitorato tutta la notte, raccomandando di prestare attenzione. «Solite cose, solite storie, solita vita, e qualcuno piange» sospira Cinzia Brunelli, titolare della concessione gestita dal ristorante Ristomatti. A passeggiare tra il fango, il giorno dopo, la domanda è: si poteva evitare? Per rispondere bisogna tornare indietro di dieci anni e ricordare che l'unica soluzione possibile, le scogliere emerse, ha atteso troppo tempo per essere approvata in Regione. Porto Sant'Elpidio ha lottato contro un orso inferocito a mani nude. Mentre Lido Tre Archi ha rinforzato le scogliere emerse di recente, Civitanova e Porto San Giorgio ce le avevano già, questo Comune di calzolai e pescatori s'è accontentato dei sacchi riempiti di ghiaia e di un'opera sperimentale che si è rivelata dannosissima: le scogliere sommerse. Non per niente Comune e Regione si troveranno a rispondere in Tribunale, su certe questioni, perché qualcuno s'è mosso e altri si stanno muovendo. L'opposizione prende posizione. Il consigliere Andrea Putzu di Fratelli d'Italia attacca «il buon Ceriscioli - che - fa propaganda e false promesse da quando s'è insediato». Gioia Giandomenico per il gruppo Lega parla di promesse «da campagna elettorale» da parte della Regione e dell'impossibilità a fare turismo per colpa di Ancona. Jessica Marcozzi capogruppo regionale di FI coglie responsabilità precise per questa tragedia «la cordata rossa che governa Paese, Regione, Provincia e Comune è fallimentare a tutti i livelli - e ancora - non sono capaci d'intervenire neppure con soluzioni tampone, hanno ignorato Porto Sant'Elpidio». Il consigliere regionale Pd Francesco Giacinti è dispiaciuto per quella che ritiene una strumentalizzazione del dramma a fini elettorali. Torna a parlare di scogliere emerse Giacinti e fa sapere di aver parlato con l'assessore Cesetti e il sindaco Franchellucci «per definire azioni urgenti» in merito all'ultimo dramma.
Sonia Amaolo
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