Liceo Caro, firme per l'esposto I genitori: «Noi andiamo avanti»

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Venerdì 21 Settembre 2018, 05:04
IL CASO
FERMO C'è un'immagine che circola da qualche giorno in rete. Ritrae un banco e cinque sedie che dividono a metà un corridoio. Qualcuno con un pennarello ci ha disegnato sopra due frecce: qui muori, c'è scritto accanto a una, qui no, vicino all'altra. Le due frecce indicano le zone in cui è stato suddiviso uno dei corridoi del Liceo classico. La transenna improvvisata separa la zona agibile da quella interdetta a studenti e personale.
L'effetto
Esagerato, si dirà. Probabilmente sì, ma di sicuro effetto. L'immagine di cui sopra sta spopolando tra i sostenitori del trasloco della scuola fuori dal centro storico. Additata come esempio di pressapochismo e scarsa sicurezza dell'edificio dove, da lunedì, sono riprese le lezioni. Ma, mentre dalla facciata esterna è stata smontata l'impalcatura usata per mettere in sicurezza alcune capriate, dentro, i lavori sono ancora in corso. La scuola, infatti, è stata sì riaperta, ma con delle restrizioni. Nei diversi piani dell'Annibal Caro ci sono aree che resteranno inaccessibili fino alla fine degli interventi e altre che invece rimarranno interdette. Discorso a parte per la biblioteca e per l'archivio, entrambi al secondo piano. In base all'ordinanza firmata dal sindaco, l'accesso a questi locali è consentito «solo al personale scolastico e per il tempo strettamente necessario al reperimento della documentazione in esso contenuta, con l'obbligo di utilizzare i dispositivi di protezione individuale previsti dalle vigenti norme in materia».
Una prescrizione che ha convinto ancora di più il Comitato scuole sicure Fermo a tirare dritto sull'esposto alla Procura della Repubblica. E che sarà un'istanza congiunta tra il Liceo classico e il triennio dell'Iti, dove a maggio è venuta giù una parte di tetto. Come si ricorderà, dalla tragedia sfiorata sono partiti i controlli ai tetti delle scuole superiori, che hanno fatto emergere diverse criticità, soprattutto all'Annibal Caro. Gli interventi fatti durante le vacanze hanno permesso la riapertura della scuola, ma le preoccupazioni di molti genitori non sono diminuite. E qualcuno alla fine ha deciso i iscrivere i figli da un'altra parte. Intanto, ieri è scaduto il termine per aderire all'esposto. Al Classico sono almeno una cinquantina i genitori favorevoli. Nel frattempo è partita una nuova diffida alla Provincia. «Dopo le verifiche sul tetto spiegano i genitori abbiamo chiesto più e più volte gli esiti, ma non ci sono mai stati resi noti. Dopo che è stato eseguito lo studio di vulnerabilità sismica, calcolata senza tenere conto del piano sotterraneo, del sottotetto e del tetto, abbiamo chiesto il risultato e la Provincia ci ha risposto che era pubblicato nel sito della scuola».
La cifra
I genitori, tra i quali ci sono diversi professionisti, non si sono però fidati e hanno iniziato a ricontrollare i calcoli e il risultato finale, pari, ad oggi, a 0,644. «Il primo giorno di scuola continuano i genitori dando il benvenuto ai ragazzi, il preside ha parlato di piccoli disagi che presto finiranno. La Provincia ci aveva assicurato che sarebbero stati utilizzati solo i piani più bassi e invece al secondo ci sono tre classi in uso. Inoltre, sono state riaperte le aule Pedaso, quelle vicine all'abside di San Martino, chiuse dopo il terremoto del 2006. Quando cambiano in questo modo gli equilibri di una scuola, vanno rifatti il piano della sicurezza interna e le prove di evacuazione, ma non ci risulta che ciò sia avvenuto».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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