«Lezioni svolte su due turni? Per noi sarebbe un disastro»

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Martedì 20 Ottobre 2020, 05:05
LA PANDEMIA
FERMO Navigano a vista le scuole del Fermano. A cinque settimane dal ritorno in classe, il nuovo Dpcm rimette tutto in discussione. Lo sconquasso, per adesso, riguarda gli istituti superiori. La strategia anti contagio del governo si barcamena tra didattica a distanza, ingressi posticipati e lezioni di mattina e pomeriggio. Solo indicazioni, per il momento, che hanno comunque mandato in fibrillazione gli istituti. A complicare le cose ci si mette una circolare dell'Ufficio scolastico regionale.
La circolare
Dice che studenti e personale che aspettano di fare il tampone e che non sono in quarantena possono stare a scuola. «Per gli studenti, sono le famiglie a decidere. Ma se non li mandano, devono giustificarne l'assenza e non possono chiedere di avvalersi della didattica a distanza. Se a scuola si rispettano le regole, siamo tutti tranquilli». A parlare è Roberto Vespasiani, preside dell'Iiss Urbani di Porto Sant'Elpidio, con sedi distaccate a Sant'Elpidio a Mare e Montegiorgio. Sulle nuove misure introdotte dal decreto, il dirigente è scettico.
Gli ingressi
«Entrare a scuola alle 9, invece che alle 8 il ragionamento può avere senso nelle grandi città, dove, di mattina, sugli autobus, si ammassano lavatori e studenti. Non qui da noi, dove a usare i pullman sono solo i secondi. «Le lezioni su due turni? Sarebbe disastroso», commenta il dirigente. «Gli alunni che vivono ad Amandola o nell'alto Maceratese a che ora tornerebbero a casa? Senza contare che abbiamo appena predisposto l'orario definitivo. A fronte di un'emergenza si fa tutto, ma bisogna cercare di rispettare tutti. Pensiamoci bene». Delle tre opzioni previste nel decreto, Cristina Corradini preferisce la prima. «Dovesse servire, sono per calibrare, all'interno degli orari, una rotazione con la didattica digitale integrata. Da noi è già stata sperimentata con successo», dice la preside dell'Itet Carducci Galilei. «Le scuole spiega la dirigente sono ligie al rispetto delle regole. Noi abbiamo anche organizzato corsi per i collaboratori scolastici sull'utilizzo dei nebulizzatori per sanificare gli ambienti. Ma queste accortezze non devono essere vanificate da comportamenti non consoni negli altri momenti della giornata».
La concertazione
«Siamo contenti prosegue che la scuola sia all'attenzione del governo, perché è una priorità e deve essere considerata come tale, soprattutto in un momento di emergenza. Serve una concertazione in tempi possibilmente rapidi». Da oggi, sono in programma incontri serrati tra Regione, Ufficio scolastico, scuole e società di trasporti. Il nodo maggiore da sciogliere è quello dei pullman che, in caso di entrate posticipate e doppi turni, dovranno ricalibrare le tratte. Qualche problema, nei giorni scorsi, ce l'ha avuto l'Iti Montani, con la Steat andata in crisi per l'orario di uscita scaglionato della scuola. Tutto risolto, assicura la preside Stefania Scatasta. «Da oggi (ieri, ndr) fa sapere , diamo la possibilità agli studenti di trattenersi fino alle 13.30, con un modulo di approfondimento disciplinare». I ragazzi che escono alle 12.40, volendo, possono perciò restare a scuola un'altra ora, senza ingolfarsi sui bus, per tornare a casa in anticipo. Sulle novità del Decreto del presidente del consiglio dei ministri la dirigente è cauta. «Se ci sarà necessità spiega , entro questa settimana decideremo. Questa mattina (ieri, ndr) abbiamo fatto un giro con il medico competente e lo staff. La gestione è buona. Per adesso, stante questa situazione, non ravvisiamo necessità di intervenire. Se le cose dovessero cambiare, prenderemo in considerazione altre opportunità».
L'attesa
Di poche parole la preside del Liceo scientifico Calzecchi Onesti. «Attendiamo indicazioni ministeriali. La situazione è sotto controllo», taglia corto la dirigente Marzia Ripari. Nell'incertezza generale, le scuole vivono alla giornata. La situazione, in quelle superiori della provincia fermana, per adesso, non preoccupa più di tanto. I contagi non si stanno diffondendo e i tamponi degli alunni sono quasi tutti negativi. I presidi aspettano, incrociano le dita e sperano continui così».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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