LA SCUOLA
FERMO Passato il test del primo giorno, sul rientro a scuola fioccano

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Mercoledì 16 Settembre 2020, 05:04
LA SCUOLA
FERMO Passato il test del primo giorno, sul rientro a scuola fioccano le polemiche. Quelle dei genitori, preoccupati dai racconti dei figli, appena rimesso piede a casa. Neanche il tempo di calmarsi, dopo settimane ad altissima tensione, che ansia e agitazione sono riesplose. Dopo il secondo giorno di scuola, si è capito che il sistema, bene o male, regge. L'ingresso in classe fila liscio. Le uscite, almeno in certi plessi, un po' meno. Ma sono i primi giorni e, con le misure anti Covid e l'esuberanza dei giovani, c'è da prenderci le misure. A preoccupare davvero sono le scuole, intese come edifici. Tramezzi abbattuti e porte allargante, secondo diversi genitori, non bastano.
La distanza
La prova dicono sono le classi che non sono potute rientrare e hanno cominciato l'anno con le lezioni a distanza. Venti all'Iti Montani e diciassette al Liceo scientifico Calzecchi Onesti. Per le prime, sarebbe questione di giorni. Il tempo di finire di sistemare le aule e ripulire e potranno tornare in classe. Per le seconde, i tempi saranno più lunghi. Dovranno aspettare che i locali del Fermo Forum affittati dalla Provincia siano adattati, poi potranno trasferirsi. L'anno, quasi sicuramente, lo passeranno tutto lì. Aria di tempesta al Liceo classico, dove un gruppo di genitori è sul piede di guerra per la sistemazione delle classi. I lavori fatti al Caro nelle settimane scorse, a quanto pare, non sono bastati a placare gli animi. «Le classi meno numerose sono rimaste al Classico, quelle più numerose sono state spostate alla Scienze umane. Una classe è stata addirittura messa nella palestra. Sarebbero queste le soluzioni che hanno trovato?», si chiedono arrabbiati mamme e papà. Dalle scuole, arrivano inviti a pazientare. Si assicura che è stato fatto tutto il possibile. Si spiega che, finché non sono arrivate le direttive, non aveva senso prendere qualsiasi decisione. Le famiglie ribattono che la pazienza è finita, che di tempo per organizzarsi ce n'è stato abbastanza e che, invece, ci si è ridotti all'ultimo minuto, con «soluzioni d'emergenza che non giovano all'attività scolastica».
Il carico
Qualcuno arriva a dire che sarebbe stata meglio la didattica a distanza, perché «la sicurezza dei nostri figli è sempre la priorità». Il carico ce lo mettono ingressi e uscite sfalsate. «È tutto un corri corri», si lamenta una mamma. «Ho due figli racconta , uno alle medie e uno alle superiori. Escono un giorno a un'ora e uno a un'altra. Incastrare gli orari non è facile. Spero davvero che non sarà così per tutto l'anno». A Porto San Giorgio e Porto Sant'Elpidio tiene ancora banco la questione mensa. Il fatto che a Fermo il servizio sia partito regolarmente lunedì, mentre nei due Comuni costieri ci sarà da aspettare dopo le elezioni, non va giù ai genitori. Che poi le comunicazioni siano arrivate praticamente a ridosso del ritorno a scuola ha solo peggiorato le cose. «È una questione di rispetto, per i nostri figli e per noi genitori che, in pochissimo tempo, abbiamo dovuto riorganizzarci. Eravamo convinti che le mense sarebbero ripartite subito, anche perché ci era stato detto che, se non ci veniva comunicato niente, significava che non ci sarebbero stati cambiamenti», dicono alcune mamme all'uscita di scuola. Quelle che hanno i figli nei plessi montessoriani hanno un cruccio in più. «I nostri bambini hanno quasi tutto in comune con gli altri spiegano e non sono abituati a stare fermi per tanto tempo. Non sappiamo come sono organizzate le loro giornate. Siamo molto preoccupate».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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