La provincia si conferma un crocevia degli stupefacenti con tecniche all'avanguardia per pusher e trafficanti

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Venerdì 24 Novembre 2017, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:21
IL BLITZ
FERMO Cinquecento piante di marijuana e oltre 6,6 chilogrammi dello stesso stupefacente sequestrato dalla Guardia di finanza di Macerata in collaborazione con i colleghi di Fermo. Non una semplice coltivazione di droga ma una vera e propria industria organizzata in modo professionale che avrebbe potuto produrre 70 chilogrammi di stupefacente in ognuno dei quattro cicli di produzione annua.
Il luogo
Tutto questo in un casolare al confine tra Mogliano, in provincia di Macerata, e Fermo, precisamente in contrada Gabbiano, piccola enclave del Comune di Fermo distante dal capoluogo. Oltre al maxi sequestro di stupefacente e materiale per produrlo, i finanzieri hanno accertato anche l'attacco abusivo elettrico ad un traliccio di alta tensione dell'Enel che serviva per mandare avanti tutta la produzione di droga: i tecnici hanno calcolato che gli impianti assorbissero circa 300 euro di corrente giornaliera per una bolletta mai pagata di 9mila euro mensili. All'interno della casa rinvenuta anche una pistola scacciacani cui era stato tolto il tappo rosso. Per ora l'unico arresto effettuato per l'illecita attività è stato quello di un 65enne sorpreso all'interno del casolare (sfollato per il sisma, si era trasferito nella struttura): una persona note alle forze dell'ordine, ma non per droga, avendo avuto in passato procedimenti amministrativi e fiscali. Ma, ovviamente, le indagini proseguono per risalire a chi è a capo di un'organizzazione così forte economicamente capace di tanto, visto che le attrezzature rinvenute per mettere in piedi questa coltivazione marijuana sono di elevato livello qualitativo per un investimento complessivo non inferiore ai 200mila euro.
I proprietari
Del tutto ignari, invece, i proprietari del casolare dell'illecita attività che si svolgeva. L'operazione è stata portata a termine dopo alcuni mesi di appostamenti, indagini e pedinamenti dagli uomini del tenente Danilo Torti: l'altra sera è scattato il blitz nel casolare che ha portato al fermo del 65enne, ora agli arresti domiciliari, ed al sequestro di tutto quanto era all'interno della struttura. In questo caso, rispetto ad altri, sembra proprio esserci stato un salto di qualità: il ritrovamento della sofistica attrezzatura per produrre la droga fa sì che la marijuana probabilmente fosse destinata ad un mercato molto più ampio di quello locale. «Quello che sorprende ha sottolineato il colonnello Amedeo Gravina, comandante della Gdf di Macerata- è che per mettere in piedi questa coltivazione non hanno badato a spese. Utilizzando materiali di primissima scelta e soprattutto, in merito ai collegamenti elettrici, professionisti del mestiere per allacciare contatori e cavi elettrici. In quel sito è stata ritrovata tutta la filiera che va dalle piantine fino all'insacchettamento della droga per essere spostata. Tutto questo non in Albania ma nelle nostre campagne».
Lo stupore
Un blitz molto importante che avviene a pochi giorni di distanza da quello dei carabinieri a Porto Sant'Elpidio, con il sequestro di un ingente quantitativo di cocaina. Operazioni da grandi numeri che stanno svelando la presenza di vere e proprie industrie legate allo spaccio di droga con la presenza di trafficanti capaci di smerciare droga in quantità considerevoli. Stamane lo sfollato arrestato sarà interrogato dal giudice di Fermo Marcello Caporale.
Mauro Giustozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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