La corsa al reddito di cittadinanza nel Fermano oltre 1.500 domande

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Giovedì 18 Aprile 2019, 05:04
IL FOCUS
FERMO Hanno superato quota 1.500 le domande per il reddito di cittadinanza. Dopo la partenza stentata dei primi giorni, nel Fermano è partita la corsa alla misura simbolo dei Cinque stelle. C'è chi ci prova sapendo che la card con i 780 euro non la vedrà mai e chi aspettava con ansia il 6 marzo, giorno di start per le domande. In questo mese e mezzo, Caf e uffici postali sono stati tempestati di chiamate. I più tecnologici hanno fatto da soli, inoltrando le richieste online. Tutte, poi, arrivano all'Inps che, dopo aver valutato i requisiti, dovrà erogare i contributi. Gli ultimi dati disponibili sono di qualche giorno fa. Quando le richieste pervenute da tutta la provincia erano 1.512. La maggior parte sono state presentate dai Caf (1.061), seguiti dagli uffici postali (451). Stando agli ultimi aggiornamenti, le card dovrebbero essere distribuite da maggio, ma il condizionale è d'obbligo. E negli uffici dell'Istituto di previdenza regnano confusione e scetticismo. Soprattutto sulle richieste che potranno essere accolte. «La stima è di un 20%», dice un'impiegata. Che significherebbe poco più di 300 famiglie in tutto il Fermano.
La card
La card ricaricata ogni mese, per un massimo di diciotto, è solo la prima parte della misura. Al sussidio si dovrebbe affiancare un percorso per cercare lavoro. Ad accompagnare i beneficiari in quella che, sempre più spesso, sembra una missione impossibile, saranno i centri per l'impiego. «Meglio che non parlo. È sempre la stessa storia: andrà a chi non ne ha diritto, mentre gli atri resteranno senza. E poi, per dare questi soldi, ce li andranno a chiedere da qualche altra parte», dice un uomo in coda in quello di via Sapri. «I parametri sono molto restrittivi. Ho provato a informarmi, ma ho subito capito che non ci sarei rientrata. Devi dormire per strada per poterlo prendere. Per gli italiani sarà molto difficile», il commento di una donna, in fila anche lei. A pochi passi, un'altra donna che, invece, la domanda per il reddito di cittadinanza l'ha fatta. «Non so se sarà accettata. Non lavoro e mio marito è invalido. Al Caf mi hanno detto di presentarla comunque. Sto aspettando che mi facciano sapere. Se la accetteranno, i problemi arriveranno dopo. Non ho la patente e devo stare con mio marito», dice.
Le tre offerte
Nell'arco di un anno e mezzo, ai beneficiari dovrebbero essere proposte un massimo di tre offerte di lavoro, via via in un arco di distanza più ampio. Se neppure una viene accettata, si perde il diritto al sussidio. E anche qui le critiche si sprecano. Meno problemi sul fronte Quota 100, l'altra misura introdotta dalla manovra di fine anno. Cavallo di battaglia della Lega, è partita il 29 gennaio e consente a chi ha 38 anni di contributi e 62 di età di andare in pensione in anticipo rispetto alla normativa standard. In provincia, al 5 aprile, le domande erano state 234. «Ci sto pensando dice una donna con parecchi moduli in mano perché non tutti i lavori sono uguali e faticosi allo stesso modo. Penso che a un certo punto si abbia il diritto di smettere prima».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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