«La città ha capito forse per la prima volta di avere una risorsa straordinaria che va valorizzata al massimo»

3 Minuti di Lettura
Sabato 21 Ottobre 2017, 05:00
LA CULTURA
FERMO I quasi seicento fermani accorsi domenica a San Filippo sono solo l'ultima prova del successo della promozione fatta sul Rubens. Questo e il passato sono stati due anni decisivi per l'Adorazione dei pastori. Al boom delle mostre di Milano e Roma ha fatto seguito un crescente interesse da parte degli esperti di settore e dei comuni cittadini. I primi, anche dall'estero, ora vogliono in prestito l'opera del maestro fiammingo; i secondi non perdono occasione di ammirarla. «L'operazione fatta con il Rubens è stata vincente dice l'assessore alla Cultura Francesco Trasatti perché la città ha capito di avere una risorsa straordinaria, per quello che ha rappresentato e che rappresenta. È una questione di valorizzazione: quando valorizzi quello che hai, riesci a farlo emergere. Siamo partiti con la grande operazione di Milano, poi c'è stata quella di Roma. Una coincidenza ha voluto che fosse allestita la mostra a San Filippo, perché se non ci fosse stato il terremoto, probabilmente non ci sarebbe stata». Un lavoro che ha seguito un doppio binario: da una parte la promozione della città nei luoghi dove l'opera è stata esposta, dall'altra l'aver dato modo ai fermani di riscoprirla. «Questo continua Trasatti ha messo il Rubens in un circuito internazionale di visibilità, ma non possiamo mandarlo sempre in giro». Per ora, dunque, il quadro resterà in città. Il 29 ci sarà un'altra giornata di ingressi gratuiti per i fermani; poi il 5 novembre l'esposizione verrà chiusa. Con la fine della mostra si porrà il problema della nuova collocazione. «In teoria fa sapere l'assessore dovrebbe tornare in pinacoteca che però è chiusa. Stiamo valutando; la cosa più probabile è che verrà messo in deposito in attesa della riapertura della pinacoteca».
La promozione
La promozione del Rubens ha aperto la strada a un nuovo modo di far conoscere le eccellenze cittadine. E ora si pensa al Museo polare «Quanti sanno che a Fermo è presente l'unico Museo polare d'Italia?», si chiede Trasatti e prosegue: «Finora è stato poco valorizzato, ma ha enormi potenzialità. È collegato a centri di ricerca internazionali ed è un mondo interessantissimo. Ripartiamo con una sede nuova, in centro, agganciata in modo più compatto al sistema museale, con un'università alle spalle, che per la prima volta entra nella gestione con il Comune e gli Amici del museo polare». Da Villa Vitali il museo traslocherà al secondo piano di Palazzo Paccarone. Terminati i lavori strutturali, ora tocca alla manutenzione e per Natale potrebbe essere inaugurato. Per il momento l'allestimento sarà quello della vecchia sede, ma si sta già pensando a qualcosa di più accattivante e multimediale. Con il Museo polare, a Palazzo Paccarone arriverà anche quello ornitologico; per quelli della pipa e delle macchine fotografiche bisognerà invece aspettare il prossimo anno.
Nuovo corso
I frutti di questo nuovo corso si vedono anche sul Teatro dell'Aquila. «Cinquecentoventi abbonamenti di prosa e quasi trecento di lirica commenta il vicesindaco è un risultato clamoroso dal punto di vista di affetto della gente. Con la serata di gala a cui parteciperanno tanti sindaci del territorio a testimonianza di una città che sa di avere un gioiello, ne fa motivo di vanto e conoscenza e lo condivide. È importante prendere consapevolezza delle proprie unicità perché è così che si riesce a veicolarle meglio fuori. Per fare questo bisogna saper unire il lato strutturale a quello degli eventi. Il Rubens chiuso in un palazzo non ha mai avuto quel lustro e quella luce che sta avendo adesso, grazie a un lavoro strutturato e puntiglioso di visibilità; un lavoro fatto sulla città e fuori. È la politica degli eventi e della visibilità inseriti in un piano organico».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA