L'INTERVISTA
FERMO «Non abbiamo paura di nessuno. Ognuno dovrà fare

2 Minuti di Lettura
Domenica 22 Settembre 2019, 05:04
L'INTERVISTA
FERMO «Non abbiamo paura di nessuno. Ognuno dovrà fare i conti con noi, o al governo o all'opposizione». È carico Fabiano Alessandrini. Il segretario provinciale e vicesegretario regionale del Pd si prepara ai prossimi caldissimi mesi.
Segretario, come se la passa il suo partito?
«Ottimamente. Alle ultime amministrative abbiamo riconquistato diversi Comuni, in un momento in cui la Lega vinceva a scatafascio. Non era scontato. Oggi amministriamo quasi tutti i Comuni della provincia, tranne Fermo».
Dove tra qualche mese si andrà al voto. Che bolle in pentola?
«L'idea è di presentarci con un candidato forte del Pd. Ma, essendo la città capoluogo, nulla esclude che ci siano sviluppi diversi».
Tipo un'alleanza con i Cinque Stelle?
«Potrebbe essere. Bisogna vedere che succede perché le cose cambiano molto velocemente. L'anno prossimo si voterà anche per la Regione. Se si chiude lì, dove il lavoro sembra già piuttosto avanti, potrebbe succedere anche a Fermo. Ma per ora l'idea è di rimanere con un candidato de Pd fortemente caratterizzante e di andare avanti per la nostra strada. Non ci basta un'elezione persa per scomparire né una vinta per montarci a testa. Siamo l'unico partito che c'è stato e ci sarà sempre».
Ma che perde pezzi. Come hanno reagito i renziani alla nascita di Italia Viva?
«Non c'è stato alcun terremoto. Qualcuno è uscito dal partito, ma niente di che. Comunque, nessun esponente di primo piano. Non condividono la scissione. Sono loro i primi a essere rimasti sorpresi e ad averla condannata. E questo rafforza la nostra convinzione che, come Pd, stiamo lavorando bene».
La frattura, però, c'è stata. Inutile negarlo. Che ripercussioni potrebbe avere?
«Se servirà ad allargare l'alleanza di centrosinistra ben venga. A patto che il Pd sia il principale interlocutore, potrà dare effetti positivi. A livello di iscritti non ci ha tolto nulla. Forse ci potrà togliere qualcosa a livello di voti. Ma potrebbe essere utile alla formazione di quel partito riformista e socialdemocratico che era l'idea da cui è nato il Pd. Per saperlo, bisognerà capire in che direzione si muoverà Renzi».
Elezioni regionali, Cesetti e Giacinti sono pronti a ricandidarsi. Li appoggerete?
«Sono entrambi al primo mandato e li sosterremo per la riconferma. Ci saranno altri due candidati che, a questo punto, con la riforma della legge elettorale, saranno donne. Sui nomi stiamo ragionando. La nostra squadra sarà questa. In generale, siamo ottimisti per la riconferma. E contiamo di chiudere un'alleanza forte».
Primarie sì o primarie no?
«La penso come il segretario Gostoli. Le primarie sono uno strumento presente nello statuto del Partito, ma non un passaggio obbligato. Soprattutto per un candidato come Ceriscioli che viene da un primo mandato dove ha partecipato alle primarie. Precondizione è che ci siano prima un'alleanza e un programma. Poi, con chi si riconoscerà in entrambi e vorrà candidarsi, si deciderà se farle. Anteporre le primarie a ragionamenti successivi mi sembra del tutto fuori luogo».
fra. pas.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA