L'EMERGENZA
FERMO Il Murri si prepara alla fase 2. Da ieri, all'ospedale di

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Venerdì 30 Ottobre 2020, 05:04
L'EMERGENZA
FERMO Il Murri si prepara alla fase 2. Da ieri, all'ospedale di Fermo è cominciata la riconversione del reparto di Medicina. L'obiettivo è portare a 68 i letti Covid, per fronteggiare la nuova ondata di ricoveri. Sempre ieri, a Malattie infettive, i 32 posti erano tutti occupati. La necessità di trovare nuovi spazi per i contagiati non è più rinviabile. La riconversione potrebbe riguardare anche Rianimazione, finora preservata per i pazienti no Covid. Da Medicina, infatti, saranno ricavati 22 letti. I restanti 16 dovranno uscire da altri reparti, a meno di non sporcare Terapia intensiva. «Abbiamo dovuto fare questa scelta già una volta spiega il direttore dell'Area vasta 4, Licio Livini , e vorremmo evitare di ripeterla. Ma ci sono pazienti che arrivano con un quadro clinico stabile e che peggiorano in 24 ore. Finora, i numeri erano limitati e li abbiamo gestiti trasferendoli da altre parti, ma adesso anche lì cominciano a essere pieni».
Le cifre
L'onda dei contagi continua a crescere. Ieri, nel Fermano, i nuovi casi erano 146. In serata i sindaci di Porto Sant'Elpidio e Porto San Giorgio hanno diffuso gli ultimi dati sui loro Comuni: rispettivamente 75 positivi e 134 in quarantena e 59 positivi e 128 in quarantena. «Numeri che ci stanno venendo addosso. Cerchiamo di difenderci e di regolamentare i percorsi, ma il fenomeno è in espansione incontrollata», dice Livini. Tamponi, isolamento e tracciamento, per il direttore dell'Area vasta fermana, le armi per contrastare la pandemia. Ma la sanità della provincia da sola non ce la fa. Lo si è capito negli ultimi giorni, quando anche i sindaci hanno cominciato ad alzare la voce per i ritardi nelle risposte dei tamponi. In aiuto dell'Av 4 dovrebbero arrivare sei o sette medici freschi di laurea, «per dare supporto al territorio, soprattutto sul versante scuola, dove abbiamo difficoltà oggettive», e i volontari della Protezione civile. Livini annuncia anche l'intenzione di attivare «qualche punto di riferimento nelle aree interne». L'impennata dei contagi preoccupa. Ogni giorno, in via Leti, si fanno circa cinquecento tamponi. Dopo la firma dell'accordo nazionale, presto, i test rapidi potranno essere fatti anche da medici di base e pediatri. Ma cresce il timore per una situazione non più sotto controllo. Ad allarmare, adesso, sono soprattutto le scuole, con gli alunni in quarantena che continuano ad aumentare.
Gli istituti
Ieri, a Montegranaro, sono state sospese le lezioni per quattro classi: la prima e la terza A della scuola media e la seconda C e la quarta G delle elementari. Sempre ieri, è stato chiuso l'asilo nido comunale di Montappone, dopo che un'educatrice è risultata positiva al tampone rapido. «La situazione spiega il direttore del Dipartimento di prevenzione, Giuseppe Ciarrocchi, è in rapido peggioramento. Il numero dei positivi sta quasi raddoppiando di giorno in giorno. Siamo allo scenario di tipo 3, quello in cui le misure di mitigazione adottate finora non sono più sufficienti». Impossibile, con i numeri attuali, tracciare tutti i contatti dei positivi. Da qui, l'appello, che è quello del Ministero della salute, a «ridurre ogni forma di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo» e a «restare a casa il più possibile». «Non è un lockdown, ma una raccomandazione» precisa Ciarrocchi e caldeggia mascherine e distanziamento anche a casa e il rispetto della quarantena. «Quello che vediamo adesso chiosa è il risultato dei comportamenti di 15-20 giorni fa. Il sistema sanitario, da solo, non riesce più ad arginare il diffondersi di questa infezione. Solo attraverso queste azioni riusciremo a far sì che i casi non raddoppino di giorno in giorno».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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