In fila fra i dannati del contratto «Vogliamo lavoro, non aiutini»

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Giovedì 25 Ottobre 2018, 05:04
L'EMERGENZA
FERMO Squillano i telefoni del Centro per l'impiego. E la coda di gente in fila agli sportelli si allunga. Tra richieste di lavoro e assegni di disoccupazione, c'è anche chi vuole informazioni sul reddito di cittadinanza. La nuova misura si sostegno economico incuriosisce. Nelle ultime settimane nella sede di via Sapri le iscrizioni si sono impennate. Tutto nella norma, fa sapere il personale. Dopo l'estate, con la fine dei lavori stagionali, succede sempre. L'operosa provincia fermana pare però non vedere di buon grado il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle.
Il boomerang
A detta di molti, questo aiuto a chi vive sotto la soglia di povertà, potrebbe trasformarsi in un boomerang. Abituati come sono a contare sulle proprie forze e a lavorare duro per portare a casa il pane, ora, giovani e meno giovani, uomini e donne, non sembrano interessati alla novità. «Non mi convince. Penso che la gente potrebbe adagiarsi e smettere di cercare lavoro. Certo, se hai proprio bisogno di soldi, potrebbe essere un aiuto, ma ho parecchi dubbi. Io preferisco lavorare. Non credo che farò richiesta», dice Massimiliano Vasco, in fila già da un'oretta e ancora con una ventina di persone davanti. Una vita nella ristorazione, l'uomo ha 53 anni e da un po' di tempo si arrangia con lavori saltuari.
Il racconto
«Prima ho raccolto l'uva racconta e adesso tocca alle olive. Faccio quello che posso, ma questo Centro per l'impiego non serve a granché. In cinque anni che sono iscritto non mi hanno mai contattato. Passo io a vedere le offerte, ma sono spesso inadeguate. Molte riguardano lavori all'estero o chiedono un titolo di studio che non ho. Poi ci sono le aziende calzaturiere che cercano personale specializzato. A quest'età è molto difficile che qualcuno mi assuma. Preferiscono i giovani, anche se non hanno esperienza». Anche Alessandro Ciurlini non nasconde le sue perplessità sul reddito di cittadinanza. «Non so dice fino a che punto conviene, perché è minimo e perché dovresti passare il tempo senza fare niente. Inoltre, non so se possa bastare per vivere. Se c'è chi ha davvero bisogno, allora va bene, ma il rischio è che ci si adagi, come con la disoccupazione. Se me lo proponessero potrei pensarci, ma andare a io chiedere informazioni, no. Anche perché con la disoccupazione mi spetterebbe di più». «Non sono tanto d'accordo, perché, come tutte le cose in Italia, alla fine ce se ne approfitta. A dire la verità, non so neppure se ho i requisiti per averlo. Comunque, se anche fosse, non sono interessata», aggiunge una donna a cui è stato appena proposto un lavoro. Il reddito di cittadinanza non convince neppure i più giovani.
La scelta
«Secondo me dice Riccardo non è una scelta corretta, né una soluzione al problema della disoccupazione. Da quello che so, io non avrei i requisiti e comunque non mi sembra il modo più adatto per migliorare la situazione». «Forse aggiunge Alessandra per qualcuno potrebbe andare bene, ma non per me. La conseguenza è che ti adagi e aspetti che qualcuno ti aiuti, invece di provare a farcela da solo. Mi sembra solo un modo per non lavorare». Dubbi anche per Maria Teresa Ecca, 55 anni, licenziata per riduzione di personale dal suo lavoro di impiegata. «Mi sono adattata a fare le pulizie negli alberghi», racconta. «Quest'estate ho fatto la stagione, ma adesso mi chiamano solo una volta ogni tanto. Per fortuna ho appena scoperto che mi spetta la disoccupazione».
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