IL MARE
FERMO Pochi soldi in tasca, ferie in forse e la paura ancora in circolo

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Mercoledì 13 Maggio 2020, 05:04
IL MARE
FERMO Pochi soldi in tasca, ferie in forse e la paura ancora in circolo a bloccare la voglia d'estate. Tre spade di Damocle che pendono sulle teste degli albergatori e che tingono di fosco la ripartenza. Che già i suoi bei problemi tecnici ce li ha. Neanche il tempo di prendere il metro per capire dove piazzare gli ombrelloni, che, forse, toccherà ricominciare da capo. Tre metri tra una fila e l'altra, dice la Regione. No, cinque, fanno sapere Inail e Iss. Al mare puoi andare quando vuoi, anzi no, devi prenotare. Regole che cambiano di continuo e che stanno facendo impazzire gli operatori balneari, che lunedì potranno riaprire bar e cucine. Per le spiagge ci sarà da aspettare il 29, protocolli permettendo. «Il 18 non riaprirò. Sfido chiunque, in così pochi giorni a essere a norma. Preferisco fare tutto per bene, perché poi ci sono le sanzioni. C'è una confusione generale, è tutto un grosso punto interrogativo che mi lascia disorientato. Lo Stato dovrebbe prendere in mano la situazione e decidere dove, come e quando». A parlare è Marco Ciccarelli dello chalet Papillon di Porto Sant'Elpidio. Nella corsa a mettersi in regola, al pari di parecchi altri colleghi, sta avendo non poche difficoltà a trovare guanti e mascherine, obbligatori per riaprire.
I paragoni
Incrocia le dita Alessandro Bracalente dello stabilimento balneare Da Elvezio, a Porto San Giorgio. Sa che quest'anno sarà dura più del solito. «Non sarà mai come prima, ma cerco di non abbattermi. Sarà sicuramente diverso, per noi e per i clienti. Spero abbiano voglia di mare e, soprattutto, che dimostrino buon senso. La responsabilità che tutto vada per il meglio è anche loro». Nei prossimi giorni gli chalet andranno a lezione, per capire bene quello che potranno o non potranno fare. Forse bisognerà rimettere mano alla spiaggia. Mentre le ruspe cominciano a livellare il litorale, sulla sabbia si fanno i calcoli. Ma non è facile, perché le indicazioni fanno a pugni tra loro.
Le differenze
C'è la Regione che dice che tra una fila e l'altra di ombrelloni devono passare tre metri e tra uno e un altro quattro metri e sessanta. Poi arrivano Inail e Istituto della sanità che cambiano le carte in tavola: cinque metri tra le file e quattro e mezzo tra ombrelloni. «Per fortuna non abbiamo problemi di questo tipo dice Daniela Borri del Paradise Beach di Lido di Fermo , già l'anno scorso i nostri ombrelloni erano più distanti di così. Questa novità non ci penalizzerà. Quello che ci preoccupa sono i tempi: troppo ristretti per prepararci a riaprire come dovremmo. E poi ci sono prodotti e materiali da comprare. I guanti, per esempio, sono introvabili. Li ordini e non arrivano».
La riviera sud
Le spiagge ridisegnate non saranno un problema neppure per Simone Addazi dello chalet Il Faro di Pedaso. «Siamo già abituati a tenere gli ombrelloni ben distanti spiega , e a sanificare gli spazi e abbiamo due ingressi che ci faciliteranno le cose. Speriamo solo che la gente venga. Ma ho buone aspettative, in tanti mi chiamano tutti i giorni. Dopo tanto tempo chiusi in casa c'è voglia di sole e di mare, di sentirsi di nuovo liberi».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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