Il Fermano è senz'acqua Scorte ridotte ai minimi

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Lunedì 17 Febbraio 2020, 05:04
L'EMERGENZA
FERMO È emergenza siccità nel Fermano. Le scorte d'acqua sono ridotte all'osso. Di preciso non si sa per quanto ancora basteranno a garantire l'approvvigionamento idrico. Cioè, quando, aprendo il rubinetto di casa, l'acqua non uscirà più. Se continuerà così, senza pioggia e, soprattutto, senza neve, le riserve non dureranno ancora tanto e il razionamento diventerà inevitabile. Il problema è serio. E potrebbe ripercuotersi anche sul turismo estivo, cosa di cui il territorio non ha proprio bisogno. La situazione più critica riguarda i Comuni serviti dal Ciip, quindi Fermo e la Valdaso.
L'appello
Ormai da tempo, il presidente Giacinto Alati parla di «allarme rosso». Situazione meno grave per la fetta di provincia rifornita dal Tennacola dove, per adesso, si va avanti senza ricorrere agli impianti di emergenza. Fatta qualche sporadica eccezione, nel Fermano non piove da mesi. Ancora più grave è che non nevica in montagna.
La montagna
Le cime, brulle fino a pochi giorni fa, sono l'immagine di un clima che non sta cambiando, ma che è già cambiato. Niente neve significa niente scorte d'acqua per l'estate. Senza neppure qualcuno con cui prendersela, la campagna boccheggia, mentre le mimose sono fiorite con un mese d'anticipo. «Non c'è acqua dice Alati e non possiamo farci niente». Le sorgenti di Pescara del Tronto e Capodacqua, ad Arquata, e di Foce di Montemonaco sono quasi a secco. Gli impianti di emergenza del consorzio (Santa Caterina a Fermo, Castel Trosino ad Ascoli e Fosso dei Galli a San Benedetto) lavorano da tempo a pieno regime, ma a un certo punto non basteranno più a rifornire i ventisei Comuni del Fermano. Il Ciip si è messo alla ricerca di una nuova sorgente a Capodacqua. Uno degli effetti nefasti del terremoto è che ha spostato quella di Foce di Montemonaco, riducendone drasticamente la portata e dirottando una parte dell'acqua verso l'Umbria. Se la siccità persisterà, chiudere i rubinetti, almeno di notte e in alcune zone, cosa finora scongiurata, sarà inevitabile. Meno critica, si diceva, la situazione dell'altro vettore. Il Tennacola non prevede razionamenti nei prossimi mesi. Si dice, però, «preoccupato per l'estate», il presidente Daniele Piatti, mentre sul breve periodo l'acqua delle sorgenti Giampereto, a Sarnano, e Capotenna, a Montefortino, basteranno a garantire l'approvvigionamento. «Le ricariche, ad oggi, sono sufficienti spiega Piatti , anche se le falde profonde, quelle che si ricaricano con la neve, sono ricaricate pochissime. Restiamo fiduciosi, ci sono ancora settimane di possibili nevicate». I Comuni della Valdete e della Valtenna, almeno per ora, possono perciò stare tranquilli. La sorgente di Capotenna, fa sapere il presidente, «va ancora a rifiuto». Significa che non viene consumata tutta la portata d'acqua e la parte che avanza finisce nel fiume. Pure il Tennacola, però, è alla ricerca di nuove sorgenti, «in prospettiva, vista la tendenza degli ultimi anni». Anche la campagna fai conti con la siccità. Nelle aziende agricole, gli impianti di irrigazione lavorano quasi come d'estate.
E proprio l'estate fa paura. Se sarà secca, come le ultime, il Fermano dovrà fare i conti con una nuova emergenza. Con conseguenze e ricadute pure sul turismo. Mentre si scruta il cielo terso in cerca di qualche nuvolone, continua la guerra agli sprechi.
I consorzi
I due consorzi hanno le mani legate. Multe a chi, di questi tempi, sciupa un bene tanto prezioso non ne possono fare (ma i Comuni sì). Ci si appella, allora, al buon senso, sperando che basti. La sensazione generale, però, è che ci si sia mossi troppo tardi. I cambiamenti climatici non sono cosa di ieri, men che mai di oggi. Vero è che questo non è il primo inverno senza pioggia né neve, ma vero è pure che arriva dopo mesi altrettanto secchi. Correre ai ripari, insomma, potrebbe essere inutile. Il megaprogetto dell'Anello acquedottistico dei Sibillini che dovrebbe mettere in rete i consorzi idrici di Fermo, Ascoli e Macerata per ora è solo teoria. Cento milioni (da trovare) per connettere tutti gli acquedotti delle tre province, in modo che, quando uno è in difficoltà, potrà attingere dagli altri, ma di concreto ancora niente, Il progetto, per cui finora sono stati stanziati 27 milioni, prevede anche la ricerca di nuove sorgenti. Nella migliore delle ipotesi ci vorranno anni, ma l'emergenza è adesso.
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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