IL COMMERCIO
FERMO Per non dover fare il tampone per andare dal parrucchiere,

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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 05:05
IL COMMERCIO
FERMO Per non dover fare il tampone per andare dal parrucchiere, c'è chi la piega l'ha voluta anticipare. Poi ci sono quelli che l'hanno detto chiaro e tondo che faranno a meno di ceretta e manicure. E quelli che ci provano e chiedono di chiudere un occhio. Che tradotto vuol dire non controllargli il Green pass, da domani obbligatorio per andare dal parrucchiere e dal barbiere, ma anche dall'estetista o a farsi un tatuaggio. I cosiddetti servizi alla persona, per usufruire dei quali bisognerà avere la certificazione verde base: quella che si ottiene con vaccino, guarigione dal Covid o tampone negativo, rapido o molecolare.
Le reazioni
Non tutte le attività hanno preso bene la nuova stretta che, per Cristian Melis, «invece di aiutare i lavoratori, crea scompiglio, togliendo altro lavoro a quello che sta già calando». «Chi scrive queste norme dice il titolare di Studio's Tattoo di Piane di Montegiorgio non è mai entrato in centri come i nostri, dove le regole di sicurezza vengono rispettate da ben prima del Covid». Per Melis, oltre ad allontanare i clienti più riottosi, la nuova norma favorirà il lavoro nero, che è fuori dal radar dei controlli. Quelli che, potendo, il tatuatore eviterebbe di fare, «perché non è compito mio». «Invece di alleggerirci il carico, ci impongono altre restrizioni», aggiunge e si dice preoccupato perché «molti clienti non hanno il Green pass e sono contrari al vaccino». Fioccano disdette nei centri estetici. «C'è una fetta di clienti che non verrà più, non so se per principio, per non spendere i soldi del tampone o perché ha paura del vaccino. Qualcuno l'ha detto esplicitamente, qualcun altro chiedendo se controlleremo il Green pass. Noi lo faremo, sia perché lo dice la legge sia per rispetto della clientela», spiega Francesca Sollini del Mondo di Amelie. Nel centro estetico di Fermo, già da qualche tempo il lavoro è calato. Perché i clienti, da un giorno all'altro, scoprono di avere il Covid o finiscono in quarantena e disdicono gli appuntamenti. Quelli che faranno a meno dei trattamenti di bellezza, però, dovrebbero essere una minima parte. «Vedremo dal 20. Per ora dice l'estetista , la risposta dei clienti sembra per la maggior parte positiva, perché è una sicurezza in più che possiamo offrire a loro, ma anche a noi che ce ne occupiamo». L'effetto Green pass, al Revolution Hair Style di Porto San Giorgio l'hanno visto dai telefoni che hanno cominciato a squillare appena la stretta è diventata legge. «Abbiamo ricevuto diverse chiamate di clienti che volevano venire di corsa a farsi i capelli prima che l'obbligo entrasse in vigore», fa sapere il titolare Paolo Palmieri.
Gli sviluppi
Non nasconde il timore per il lavoro che potrebbe calare, perché «alcuni, per fortuna una minima parte, non vogliono fare i tamponi», ma che la certificazione obbligatoria per la sua categoria e quelle affini l'avrebbe messa prima. «Se vogliamo uscirne dice , dobbiamo sacrificarci un po' tutti. In fondo, siamo stati i primi a chiudere nei momenti più critici, visto che siamo tra le categorie più a rischio». La cosa che proprio non gli va giù è di dover controllare lui il Green pass, «per il resto, è una regola giusta».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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