IL CASO
FERMO Fermo e movida sono due parole che stonano, ma sono costrette

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Martedì 2 Giugno 2020, 05:04
IL CASO
FERMO Fermo e movida sono due parole che stonano, ma sono costrette ad andare d'accordo. Dopo il coprifuoco fino all'12 di notte dal 29 maggio a oggi stabilito in Prefettura nel corso di un Comitato dell'ordine pubblico e sicurezza che si era tenuto la settimana scorsa, tutti hanno capito che bisogna ripartire e quindi aprire, i sindaci per primi. Niente più veti dopo la mezzanotte. A Fermo, Porto San Giorgio e Porto Sant'Elpidio sta per scattare la tanto sospirata tana libera tutti. D'altronde l'emergenza sanitaria sembra ormai alle spalle, almeno parzialmente, e si può tornare a vivere. Lo chiedono i pubblici esercizi per primi e lo chiede la politica, dopo l'esperimento oramai ribattezzato Cenerentola. Già domenica scorsa, come abbiamo riferito ieri, i sindaci Nicola Loira e Nazareno Franchellucci avevano lasciato intendere che si sarebbero allentate le maglie delle restrizioni.
I dubbi
Loira ci era andato giù duro dicendo che l'esperimento si era rivelato dannoso e inefficace e rimarcando la necessità di fare squadra tra Comuni. C'è tempo fino a domani per rifletterci, poi bisogna decidere, dovendo anche evitare di tenere sulle spine il commercio che, dopo la pandemia, vorrebbe scongiurare il crollo del fatturato. Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro non è stato contestato come gli altri due per le chiusure, anzi, in piazza del Popolo bar e pub avevano trovato conveniente l'ordinanza, ma anche Calcinaro vuole riaprire, sempre nel rispetto del distanziamento, ormai è banale perfino ripeterlo. «Dalla prossima settimana riapriamo, stiamo monitorando e abbiamo riscontrato comportamenti più che accettabili sia in centro che sulla costa». Il sindaco fermano non è finito sulla graticola come gli altri due e probabilmente la differenza è tutta in quello che dice il primo cittadino: «Il lungomare fermano si caratterizza per la presenza di famiglie e chiudere all'1 di notte, in assenza di turisti come in questo periodo, non è stato un grande sforzo per nessuno. Non si è perso nulla, adesso però bisogna riaprire». Luciano Romanella, sentinella della costa fermana, da sempre in prima linea in riviera, è sull'attenti da ieri mattina: «La chiusura dei locali all'1 non ha alcuna logica attacca l'ex consigliere e assessore comunale i ragazzi sono più al sicuro dentro i locali piuttosto che fuori, perché i proprietari li controllano mentre per strada controllo non c'è. Il Comune capoluogo di provincia non deve rimanere indietro sul mare, dovrebbe dettare le regole». Pare di capire che la preoccupazione di Romanella sia questa: se riaprono i due Comuni costieri limitrofi e Fermo resta... ferma è un guaio per Lido.
Le scelte
«Mantenendo la linea dell'intransigenza - dice - i giovani andranno altrove, Porto San Giorgio e Porto Sant'Elpidio è già pieno di giovani la sera e Civitanova nel weekend ha fatto il mercatino mentre a Lido non c'è stato niente, solo il lungomare chiuso per il distanziamento ma non ce lo possiamo permettere di lasciare indietro Lido di Fermo. Dobbiamo stare vicino a tutti gli operatori con aperture fino alle 3, bisogna ripartire e quindi osare, avere coraggio, e deve esserci un'asse tra comuni, una cabina di regia, non si può andare in ordine sparso senza un progetto unitario». La referente della Confcommercio Maria Teresa Scriboni ha affrontato la problematica movida-coprifuoco con i sindaci e avverte: «Far chiudere i locali all'1 va nella direzione opposta a quella della sicurezza perché da sempre i locali aperti sono un presidio e quando si spengono le luci non c'è più controllo, il lungomare diventa terra di nessuno».
Il problema
La Scriboni sottolinea un altro aspetto: «Il problema della movida ai tempi del Covid non può essere risolto dall'esercente». In buona sostanza la misura del coprifuoco non paga, anzi, danneggia l'economia e la salute. All'interno dei locali c'è il controllo sul distanziamento mentre fuori, per le strade e in spiaggia di notte, seppure con la presenza massiccia delle forze dell'ordine, le verifiche non sono mai abbastanza.
Sonia Amaolo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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