Gli ex alunni del Montani «I laboratori vanno salvati»

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Lunedì 17 Dicembre 2018, 05:04
IL CASO
FERMO «Il danno maggiore che si può fare a un istituto tecnico è non dargli la possibilità di avere i laboratori». Anche se tra pochi giorni non sarà più presidente degli ex allievi dell'Iti, Stefano Luzi non nasconde il dispiacere per i fatti che in questi mesi hanno visto protagonista la storica scuola di Fermo. «Il Montani è un patrimonio. Sono rattristato dagli ultimi accadimenti, anche se il mio pensiero è che vengono da lontano. Da errori scaturiti nel tempo, le cui conseguenze purtroppo sono queste», dice.
La perdita
A preoccupare Luzi (e non solo) le ore di laboratorio che in queste settimane gli studenti stanno perdendo. «Per un ragazzo che sceglie l'istituto tecnico aggiunge il presidente degli ex allevi i laboratori sono fondamentali. A prescindere dalla sua intelligenza, togliendogli i laboratori, lo limiti». Come noto, il sequestro del triennio sta privando gli studenti del Montani degli spazi dove fare pratica. I più preoccupati sono i ragazzi di quinto, che alla maturità devono portare lavori fatti in laboratorio. Ma il problema non riguarda solo gli studenti più grandi. Dovendo fare spazio al triennio, pure i primi e i secondi risentono di questa convivenza forzata. Anche se dispone di diversi plessi, l'Iti infatti non è infinito. E le classi del triennio rimaste senza sede sono state sparpagliate tra biennio, Meccanica e convitto. Diverse sono finite nei laboratori degli altri edifici, rendendone impossibile l'utilizzo anche agli studenti del biennio.
Le attrezzature
Lunedì scorso la scuola ha potuto portare via dal triennio alcune attrezzature per allestire dei laboratori di fortuna. Ma non è certo la soluzione. Nel male, c'è di buono che tra qualche giorno ci saranno le vacanze di Natale. E per un po' le ore di laboratorio perse non si andranno a sommare a quelle già accumulate. Con l'anno nuovo dovrebbe arrivare la soluzione dei problemi. Sembra ormai certo che da fine gennaio due o tre laboratori e una decina di classi del Montani saranno spostati in via Marsala, nei locali della Provincia dove ora c'è la scuola media Betti. Un trasloco che alleggerirà la situazione degli altri plessi dell'Iti e permetterà di portare a termine questo travagliato anno scolastico. Il futuro dell'istituto tecnico è stato tra gli argomenti discussi ieri mattina nell'assemblea degli ex alunni del Montani. Una trentina di iscritti, alcuni arrivati anche da fuori, si sono ritrovati al biennio per votare il nuovo consiglio direttivo dell'associazione. Lucia Gasparrini, Giovanni Sampiero, Andrea Vitali, Stefano Luzi, Vincenzo Salciccia, Carlo Labbrozzi, Roberto Venanzoni, Marco Coppelli, Giuseppe Lucattelli, Carlo Giuli, Giampietro Gaetani, Giorgio Pandolfi, Walter Rossi, Cesare Ascani, Ivan Facchino, i quindici eletti che entro dicembre sceglieranno il nuovo presidente.
Gli auspici
«Dagli interventi fatti è evidente come questo cuore pulsante per il Montani batta ancora. Ci sono buoni auspici. Vogliamo tornare a collaborare con la scuola e sentire le sue esigenze», spiega Luzi. Il numero degli associati oscilla tra settecento e mille. «Cresce in funzione dei raduni e diminuisce in funzione della memoria. Lavoreremo molto sul sistema informatizzato. L'obiettivo è allargare la base e far capire che l'associazione è viva», dice ancora il presidente che annuncia l'idea di aprire dei consolati in altre città marchigiane «in modo che gli ex allievi possono partecipare di più alla vita dell'associazione».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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