Giro di vite sugli abusivi stop ai prodotti taroccati

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Sabato 25 Gennaio 2020, 05:05
LA SICUREZZA
FERMO Calano i venditori abusivi nel Fermano. L'anno scorso, a fronte di tre episodi segnalati alle forze dell'ordine, è scattata una sola denuncia. Nel 2018 i casi segnalati erano stati 21 e le persone denunciate otto. I numeri, in linea con quelli regionali e nazionali, arrivano dalla Questura di Fermo e sono stati presentatiti ieri mattina al teatro dell'Aquila nel corso di un'iniziativa organizzata da Cna Federmoda, in collaborazione con Federmoda Marche e Cna Fermo, proprio sulla lotta alla contraffazione e alla sostenibilità nel settore.
I presenti
Alla mattinata hanno partecipato le scuole a indirizzo Moda della regione e gli Its (istituti tecnici superiori). In tutto, poco meno di duecento ragazzi di terzo e quarto superiore. Nella provincia regina della manifattura, negli ultimi anni il contrasto alla vendita di prodotti tarocchi si è fatto più duro. Una battaglia, però, ancora impari, che vede da una parte i piccoli artigiani sfornare eccellenze e dall'altra, su tutti, il colosso cinese che fa della quantità la sua carta vincente. «Non si riuscirà mai a sconfiggere la contraffazione solo con la repressione. La lotta va fatta alla cultura della contraffazione, che è una forma ignobile di sottovalutazione dell'ingegno umano. Non è solo un problema di criminalità, ma anche sociale». A parlare è il sostituto commissario coordinatore della Polizia di Stato, Vincenzo Longo. «Non pagare adeguatamente il risultato dell'ingegno ha aggiunto destabilizza l'economia e incide su aspetti sociali, famigliari e sanitari».
I danni
Perché un vestito o un giocattolo contraffatto può far male alla salute di chi lo compra, ma anche a quella di chi lo produce. «Vedeste i laboratori dove facciamo le perquisizioni e le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori. Vediamo solo l'esito finale del prodotto e non ci rendiamo conto che ci sono persone non solo sfruttate, ma schiavizzate», ha detto ancora Longo. Se i venditori di merce contraffatta rischiano fino a tre anni di carcere e una multa che va da 10mila a 50mila euro, anche agli acquirenti, l'acquisto di prodotti non originali, può costare caro (la multa può arrivare fino a settemila euro). Un deterrente che, unito ai maggiori controlli, nel Fermano, ha portato a una diminuzione del fenomeno. Da qualche tempo, quindi, le cose vanno un po' meglio. Le Spiagge sicure di Salvini hanno fatto arrivare 50mila euro a Porto Sant'Elpidio e 42mila a Porto San Giorgio per intensificare i controlli lungo la costa. «Cifre non altissime ha spiegato il prefetto Vincenza Filippi ma che hanno dato effetti immediati». E infatti, in spiaggia, ultimamente di vu cumprà se ne sono visti molti meno.
L'attenzione
«Come consumatori e cittadini ha proseguito il prefetto dobbiamo essere molto attenti, perché l'utilizzo di prodotti non sicuri mina l'economia di un territorio e fa male a un settore bellissimo come quello della moda, che è punto di eccellenza del made in Italy». Si è rivolto direttamente agli studenti il sindaco Paolo Calcinaro che ha parlato di «lotta alla contraffazione» come di un «tema etico che deve essere portato avanti da tutti». «La tentazione di comprare qualcosa a un prezzo inferiore a quello del negozio c'è ha detto , ma dietro si nasconde un'insidia. Se un prodotto costa così poco, un motivo ci sarà e, comprando quel prodotto, si favorisce chi commette quel reato e si danneggia il negozio davanti casa». «Questa è una società che ci vuole contraffatti, imitatori dell'essere umano e, quindi, tutti uguali. Ma nel Fermano ci sono eccellenze capaci di dire ai giovani cos'è la gavetta e che vanno curate», il commento dell'assessore regionale alla Formazione professionale, Loretta Bravi, che ha prospettato l'apertura di un liceo artigianale (quattro anni, di cui due in inglese e due aziendali), in ognuna delle cinque province marchigiane.
Il lato sostenibile
Si è discusso anche di sostenibilità durante la mattinata di ieri. «Negli ultimi anni ha spiegato il presidente della Cna di Fermo, Paolo Silenzi le aziende che hanno come mission la vendita di prodotti moda ecosostenibile vengono premiate dal consumatore che, rispetto a prima, vuole essere più consapevole degli acquisti che fa. Perciò, a tutti gli imprenditori suggeriamo di convertire almeno una parte della produzione, perché è una strada strategica che premia».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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