Due cantieri in via Bellesi ora si punta sul georadar

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Martedì 19 Febbraio 2019, 05:04
IL CASO
FERMO Doppio cantiere in via Bellesi. Le due voragini che si sono aperte nei giorni scorsi non fanno dormire sonni tranquilli. Da venerdì la strada è chiusa al traffico. Ma di lì, ogni giorno, passano comunque centinaia di studenti. Ieri è arrivata la Soprintendenza. Un sopralluogo che si è concentrato soprattutto sulla prima buca, quella che si è aperta a due passi dall'arco di Sant'Antonio la sera del 7 febbraio. Dal cratere è infatti spuntato un arco, probabilmente medievale. L'area è transennata e il cratere, al momento, scoperto. A sistemarlo dovrebbe pensare il Comune perché, a quanto pare, il crollo non ha a che fare con le condotte dell'acqua né con le fognature. A venir giù è stato il tetto di un antico cunicolo, peraltro non mappato, che trasportava l'acqua dal vecchio centro abitato, dentro le mura, alle campagne circostanti. Un fatto che, se per un verso potrebbe affascinare, per l'altro desta non poche preoccupazioni. Perché prima che l'asfalto franasse, rivelando la cavità, non se ne conosceva l'esistenza. E perché potrebbe non essere l'unico che non compare sulle carte. In via Bellesi, come in altre zone della città.
Il pozzetto
Sempre ieri, lì vicino erano al lavoro i tecnici del Ciip, che stanno cercando di deviare una fognatura creando un pozzetto. Ed è stato proprio il crollo di una condotta fognaria a causare la seconda voragine, quella che si aperta davanti alla Meccanica dell'Iti il 15 mattina. Quella parte di via Bellesi adesso è irriconoscibile. Montagne di terra, uomini e mezzi al lavoro e un enorme buco, più profondo, si è scoperto, di quanto creduto all'inizio. In questo caso a venir giù è stata la parte superiore della fognatura che dal pozzetto del cortile interno del Montani passa proprio sotto il punto crollato. Gli operai stanno lavorando per deviarla, bypassando la strada. Due crateri in una settimana lungo la stessa via hanno causato un certo allarme. Il Ciip continua a negare un collegamento tra i recenti scavi per le condotte dell'acqua e i cedimenti. In pochi, però, ci credono. Intanto, la strada chiusa al traffico sta creando parecchi disagi. Alle auto ma soprattutto ai autobus che, proprio lì, lasciano e riprendono i ragazzi delle scuole. Ma via Bellesi almeno per ora non sarà riaperta. Troppo pericoloso e soprattutto troppe le incognite da chiarire per rischiare ancora. Perché venerdì scorso poteva finire davvero male, quando la voragine si è aperta sotto un'auto che stava passando. Per fortuna le tre ragazze a bordo non si sono fatte niente.
Lo studio
Il Comune ha promesso uno studio approfondito con il georadar lungo tutta la strada. Ma non è detto che sia risolutivo. Perché lo strumento permette sì di capire se nel terreno ci sono delle interferenze, ma le variabili da considerare sono diverse. Prima di tutto la profondità. Il georadar vede cosa c'è sottoterra solo fino a un tot di metri. Pare, inoltre, che i risultati della mappatura non siano di facile lettura. A meno di andare a cercare qualcosa di preciso. Cioè, se si punta lo strumento in una determinata zona, dove, per esempio, si sa per certo ci sia un cunicolo, allora si potrebbero avere risultati utili. Diverso il discorso per una mappatura casuale, su un'intera strada, dove si procederebbe per tentativi, con in più l'incognita della presenza di cavità che dalle carte non risultano.
fr. pas.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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