Cibi, abiti e bollette da pagare I 900 nuovi utenti della Caritas

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Mercoledì 21 Agosto 2019, 05:04
L'ALLARME
FERMO Mano tesa alle famiglie. L'arcidiocesi di Fermo ha diffuso, nei giorni scorsi, il report delle attività, delle azioni e dei progetti messi in campo dalla Caritas diocesana nell'anno 2018. Dal report emerge che i bisogni principali espressi dagli utenti sono relativi a problemi economici e di occupazione/lavoro, sintomo questo, probabilmente, del fatto che le difficoltà sono tutt'altro che superate, e che la crisi ha ancora la sua influenza. Tant'è che la maggioranza assoluta degli interventi effettuati dalla rete Caritas diocesana riguarda aiuti in beni e servizi materiali.
La provenienza
Tra i dati statistici diffusi, c'è anche quello della nazionalità di provenienza dei cittadini. La maggioranza dei beneficiari è stata italiana ed europea, con percentuali minori anche per cittadini africani, americani e asiatici. Ma in alcuni casi la nazionalità nemmeno si sa: il povero si aiuta perché tale. La rete della Caritas diocesana alla fine dello scorso anno contava 21 centri di ascolto attivi nel territorio, 23 centri che si occupano di distribuzione di alimenti e vestiario: un lavoro compiuto da 160 volontari impegnati nella rete di attività. Difficile dire se con le 900 persone nuove che si sono rivolte a vario titolo alle Caritas parrocchiali la richiesta di aiuto nel 2018 sia aumentata, perché a fronte di tutti i nuovi ci potrebbero essere alcuni vecchi beneficiari che non si rivolgono più alla Caritas.
L'impegno
Quello che è noto, invece, è il numero di azioni, anzi, interventi, registrati dagli uffici diocesani della Caritas: sono stati 11.500 e come detto, per la stragrande maggioranza sono consistiti in aiuti di beni e servizi materiali, in parte in sussidi economici, e in misura minore ad altre attività tra cui l'orientamento ai servizi. «La Caritas diocesana di Fermo si legge nel report è da sempre impegnata nella testimonianza della carità attraverso le opere di vicinanza, sostegno e progetti verso i più bisognosi del territorio, con l'attenzione pedagogica quotidiana che la contraddistingue. Non solo aiuti immediati, dunque, ma anche progetti, che sostengano il settore del sociale. Per quanto riguarda i poveri, ci sono i citati servizi di distribuzione alimenti e vestiario, i sussidi per le utenze e per l'affitto, l'aiuto nella ricerca del lavoro. Impegno concreto anche per il carcere: sono state portate avanti attività educative e formative rivolte al reinserimento lavorativo del detenuto che sta per uscire. Attività gestite in collaborazione con il cappellano del carcere, con la Fondazione Caritas in Veritate, con l'ambito sociale 19 e con la cooperativa Tarassaco, figlia della Caritas. L'azione è stata rivolta poi anche ai giovani, seguendo un doppio binario. Il primo, percorso dal progetto far bene fa bene, è stato rivolto ai ragazzi del terzo e quarto superiore, per sensibilizzarli al mondo del volontariato e, attraverso un'esperienza pratica, fargli conoscere le problematiche sociali del territorio.
La scuola
Nell'ultimo anno scolastico, il 2018/2019, sono stati 46 gli enti che hanno dato la propria disponibilità a coinvolgere 187 ragazzi. La seconda azione si è svolta con il servizio civile, che ha coinvolto 27 ragazzi in diverse attività tra cui socializzazione anziani, il sostegno a minori con animazioni varie in alcuni oratori, agricoltura sociale e sostegno ad adulti in difficoltà. La Caritas ha portato sollievo con animazioni, socializzazione e ascolto alle famiglie dei territori colpiti dal sisma. Un'operatrice e volontari hanno compiuto attività laboratoriali al centro estivo ed all'oratorio di Amandola e Montefortino, con tanto di gruppi di giovani da fuori regione, e anche con un doposcuola organizzato a Lido di Fermo. Con il cofinanziamento della Caritas Italiana, 8xmille, e offerte della Quaresima sono stati aiutati due giovani ad avviare due imprese individuali: una pizzeria e un nido domiciliare, realizzate con l'equipe del progetto Policoro.
L'inclusione sociale
Altri progetti hanno riguardato l'inclusione sociale, il sostegno agli over 30 con tirocini (13 quelli attivati), l'aiuto alla ricerca di lavoro con 19 assunzioni agevolate. Infine ora è chiusa, ma nel 2018 ha operato la casa Betesda, che ha accolto diverse persone in difficoltà: 13 donne sole, 10 mamme con figli minori, 1 nucleo familiare con 6 persone. Quest'anno non è attivata. Si cerca di favorire l'accoglienza secondaria, limitando quella contingente.
Chiara Morini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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