Calcinaro giura e firma «E ora c'è tanto da fare»

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Sabato 26 Settembre 2020, 05:04
LA CERIMONIA
FERMO Non c'è l'attesa di cinque anni fa, né la ressa di fotografi a immortalarlo con la fascia tricolore. Il Calcinaro bis comincia in sordina. Nell'ufficio in via Mazzini c'è il gonfalone delle grandi occasioni. L'insediamento avviane a sera tardi, a verbali compilati. «Il momento è meno frastornante rispetto a cinque anni fa - dice il sindaco strarieletto -, quando era tutto incredibilmente nuovo e inaspettato. Allora, ero il primo ad avere dubbi su come affrontare questa esperienza. Adesso, c'è una maggiore consapevolezza sul percorso da fare e sulla possibilità di svolgere questo ruolo al meglio possibile». «L'emozione rimane - continua -, soprattutto grazie a questa onda che la città ha sviluppato». Se gli chiedi cosa gl'hanno insegnato questi cinque anni da sindaco, ti risponde che è diventato «più mediatore e meno fumantino» e che ha imparato «a conoscere molto di più Fermo, i suoi abitanti e le sue particolarità». Oggi e domani ragionerà sulla prossima giunta, pronta - assicura - per la settimana prossima. Dovrà andarci di cesello, il sindaco, per scontentare il meno possibile quelli, tra i suoi, che hanno preso più voti. Le priorità del Calcinaro bis sono già sul tavolo. Quella immediata ha il nome di due scuole medie - Betti e Fracassetti - che aspettano il trasloco nel polo di via Salvo D'Acquisto. Del nuovo plesso, la passata amministrazione ha sempre fatto un vanto. Il taglio del nastro, rassicura il sindaco, ci sarà entro ottobre.
I nodi
Ma, in città, i nodi da sciogliere sono ancora parecchi. Uno, quello storico dei lotti di Casabianca, ha avuto una svolta a due giorni dal voto. Con una mossa a sorpresa, che ha lasciato parecchi di stucco, Calcinaro ha annunciato una riduzione dei volumi delle future costruzioni. Ha anche deciso che le opere compensative dovranno convergere tutte su Casabianca (recupero della pista ciclabile, del sottopasso pedonale tra il centro abitato a ovest della ferrovia e requisizione di parcheggi nelle aree standard). Ogni lotto farà storia a sé. Il primo a nord non potrà superare i nove metri d'altezza. C'è da riprogettare il futuro di via Respighi che, dopo il dissequestro del cantiere dell'ex Coop, può tornare a sperare. C'è l'ex mercato coperto, il cui progetto di riqualificazione è stato presentato, pure quello, a pochissimi giorni dal voto. L'edificio di piazzale Azzolino diventerà una fucina di idee e una vetrina per le eccellenze locali. C'è la Casina delle rose che diventerà uno studentato/hotel con un mutuo ventennale che il Comune dovrà accendere. Due milioni il costo dell'operazione, possibile grazie alla rinegoziazione dei mutui prevista dal Decreto rilancio. La riqualificazione dell'ex albergo del Girfalco è quantomai sentita dai fermani. Dopo la messa in vendita, il cambio di rotta dell'amministrazione ha fatto tirare un sospiro di sollievo a parecchi. Restando in zona, da programma elettorale, dovrebbe finalmente vedere la luce l'impianto di risalita per arrivare comodamente al duomo. Se ne parla da un secolo, ma nulla di più. Adesso potrebbe essere la volta buona e tutti gli scoraggiati dalla salitona di via Mazzini, forse, potranno festeggiare. Altra sfida è il Fontevecchia. L'ex convento dei domenicani, proprio sotto piazza, diventerà la nuova sede del museo archeologico. A pochi metri, c'è attesa anche per la risistemazione del piano terra e del primo piano di palazzo dei Priori. Tanta carne al forno, tutta concentrata in centro. Poi ci sono i quartieri. Ognuno con i suoi problemi e le sue richieste. Dovrà valorizzarli, la nuova amministrazione, per scrollarsi di dosso la nomea di piazzarola.
Il tema
In campagna elettorale, Calcinaro ha parlato spesso di tre direttrici, tre linee guida per indirizzare i prossimi cinque anni. La prima è lo sviluppo economico, inteso come aumento dei posti di lavoro. La questione riguarda soprattutto la zona di Campiglione. Il nuovo ospedale, quando finalmente sarà pronto, cambierà volto al quartiere che dovrà farsi trovare preparato. La seconda è l'università. Con il nuovo corso che dovrebbe partire l'anno prossimo, i giovani in città aumenteranno. Bisognerà saperli accogliere e dargli un motivo per scegliere Fermo e, magari, restarci. La terza è la ricettività fuori dal centro. Niente piani impattanti l'idea , ma interventi leggeri e contestualizzati all'ambiente.
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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