Assoluzione e dissequestro Il Verde Mare può riaprire

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Venerdì 6 Dicembre 2019, 05:04
IL PROCESSO
FERMO Assoluzione piena e dissequestro immediato del campeggio. Dopo oltre tre di camera di consiglio e quasi quattro anni di attesa ieri è finalmente arrivata la sentenza del tribunale di Fermo nei confronti del villaggio vacanze camping Verde Mare di Marina Palmense e del suo gestore, il 90enne Felice Chiesa.
Il giudice
Un dispositivo di poche righe quello pronunciato dal giudice Mila Bondi Ciutti che parla di un'assoluzione piena sotto tutti i punti di vista, «perché il fatto non sussiste», dando ragione alle richieste avanzate dagli avvocati della difesa Savino Piattoni e Francesco De Minicis e scrivendo la parola fine a un processo che, forse, spiega l'avvocato Piattoni poteva essere evitato. Tutto era iniziato nel 2016 quando l'area del campeggio Verde Mare, ben 12 ettari di estensione per una capacità ricettiva di 2490 ospiti giornalieri, era stata posta sotto sequestro dalla Guardia di finanza per il reato di lottizzazione abusiva. Secondo il provvedimento eseguito dalle Fiamme Gialle, le 400 roulotte lasciate all'interno del campeggio anche nei mesi invernali potevano essere considerate costruzioni stabili e venire quindi equiparate ad abitazioni residenziali. Questo avveniva nel febbraio 2016. Tre settimane dopo il Tribunale del Riesame accoglieva le istanze del gestore Felice Chiesa e dei suoi legali, disponendo il dissequestro dell'area.
L'iter
Da qui il ricorso della Procura in Cassazione e il successivo reinvio della pratica al tribunale di Fermo, dove però il giudice si pronunciava per un nuovo sequestro del campeggio, questa volta convalidato dalla Suprema Corte. E' il mese di ottobre 2016. Da allora Il centro vacanze Verde Mare, una delle più grandi strutture turistiche della regione, non ha più riaperto i suoi cancelli, gettando nello sconforto non solo il suo gestore ma anche i lavoratori stagionali e le migliaia di ospiti che ogni anno, d'estate, frequentavano il campeggio. Ieri in aula è stata, come ha detto qualcuno, la fine di un lungo incubo. Una cinquantina le persone arrivate da ogni angolo d'Italia per sostenere ancora una volta Chiesa, molti di loro appartenenti al comitato spontaneo di vacanzieri sorto subito dopo il primo sequestro del Verde Mare. E sono stati proprio loro, dopo la lettura della sentenza, a lanciarsi in un lungo applauso e a correre verso Chiesa per abbracciarlo, mentre lui commosso si abbandonava alle lacrime. «Lacrime di gioia - ha spiegato l'anziano gestore - sono felice e devo dire grazie a loro, mi hanno letteralmente salvato. In questi anni ho passato dei giorni terribili, specialmente dopo il primo sequestro, quando sono stato definito un fabbricante di abusi. Ecco la loro vicinanza costante e i loro messaggi mi hanno dato la forza di andare avanti e di essere qui oggi».
I ringraziamenti
Il grazie di Felice Chiesa va però anche ai suoi legali, che si dicono soddisfatti della sentenza: «Giusta e corretta non solo per Chiesa spiega l'avvocato De Minicis ma anche per tutta la città di Fermo, i lavoratori stagionali del campeggio e i turisti che ogni anno passavano l'estate al Verde Mare». «Da quattro anni - aggiunge l'avvocato Piattoni - gridavamo a gran voce l'insussistenza dell'accusa e l'innocenza del nostro assistito, con vittima di un sequestro che ha prodotti conseguenze devastanti per tutta la comunità fermana, basti pensare ai mancati introiti per l'indotto che girava attorno al campeggio. Per questo ci sentiamo di dire grazie anche al giudice che ha saputo garantire un processo equilibrato. Non era facile avendo di fronte un giudicato cautelare, un provvedimento contrario della cassazione e una procura agguerrita e convinta della sua ipotesi accusatoria».
Le leggi
Del resto, ribadiscono i legali, tra soddisfazione ed amarezza, la storia del Verde Mare, iniziata nei primi anni Settanta, è una storia di legalità e rispetto delle leggi e Chiesa non meritava certo un'accusa del genere. «La mia vita è sempre stata limpida e pulita conclude lo stesso Chiesa non sono mai sceso a compromessi e questo il giudice l'ha capito». Le motivazioni della sentenza arriveranno fra 90 giorni, pochi giorni invece per la riapertura vera e propria del camping, basterà attendere i tempi tecnici per la notifica del dissequestro e poi, svela Chiesa, «siamo già pronti a lavorare per la prossima stagione estiva».
Laura Meda
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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