Al centro delle reti Unesco Fermo ora è protagonista

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Domenica 20 Ottobre 2019, 05:04
LE OPPORTUNITÀ
FERMO Andateglielo a dire a torinesi e palermitani che con la cultura non si mangia. Al netto dei soliti problemi che affliggono le due grandi città, l'infelice frase del fu ministro Tremonti, i due estremi dello stivale non vogliono proprio sentirla nominare. Culle di arte e storia, hanno fatto del passato un vincente volano per il futuro. Ora la piccola Fermo non vuole essere da meno. E, anche se quasi scompare al confronto con le due metropoli, è pronta a giocare un ruolo da protagonista nel panorama nazionale e non solo. Da quando è diventata Learning city, la strada si è fatta in discesa. Il riconoscimento dell'Unesco, arrivato a marzo dell'anno scorso, l'ha proiettata tra le grandi città dell'apprendimento. Al pari di Amman, Atene, Belfast, Città del Messico, Cuenca, Giza, Medellin, San Paolo e Tunisi, per fare qualche esempio. Un'opportunità da cogliere al volo. Perché le ricadute, in termini di turismo e quindi di economia, potrebbero essere notevoli. Far parte di una rete internazionale e intessere relazioni con partner di tutto il mondo può fare la differenza. Prima, però, c'è da rinsaldare i rapporti con i vicini. A partire dalle altre due Learning city italiane: Torino e Palermo (Lucca ha avviato la procedura per entrare nella rete e potrebbe aggiungersi presto, ndr). Di come farlo si è parlato giovedì scorso durante un incontro all'interno del festival della scienza Fermhamente.
Il tavolo
Al tavolo, il coordinatore del comitato scientifico Carlo Nofri, il vicesindaco di Fermo Francesco Trasatti, l'architetto Pier Giorgio Turi per Torino e il prof. Aurelio Angelini per Palermo. Tutti concordi nel gettare le basi di una rete nazionale delle Learning city. «L'apprendimento ha detto Trasatti è una colonna del welfare, al pari di sanità e previdenza sociale. Un elemento che caratterizza la qualità della vita nelle nostre città. Ben vengano, dunque, le reti a tutti i livelli, da quello regionale a quello nazionale e internazionale, per condividere risorse, contaminarsi a vicenda con buone prassi e implementare nuovi progetti comuni». Plaude all'idea il segretario generale della Commissione nazionale per l'Unesco, Enrico Vicenti, che, in un messaggio, ha invitato le tre città a un incontro nella sede romana dell'Unesco, per approfondire e formalizzare la collaborazione. Appassionato l'intervento del sindaco di Palermo, letto dal segretario del Comitato scientifico Alessandro Ciaudano. Leoluca Orlando ha espresso «la piena adesione al percorso di organizzazione di una rete di coordinamento delle Città educative italiane, per rafforzare la nostra comune azione e progettualità in ambito internazionale e nelle nostre comunità».
La rete regionale
Ma Fermo guarda anche ai più vicini. Alle altre città Unesco delle Marche. Quindi, Urbino (patrimonio mondiale Unesco), Pesaro (città creativa per la musica) e Fabriano (città creativa per l'artigianato). L'idea di una rete regionale è stata salutata con favore dal vicesindaco di Urbino, Roberto Cioppi, che ha parlato anche per Pesaro, e dai rappresentanti di Fabriano, sede, quest'anno, del meeting mondiale delle città creative Unesco. «Bisogna uscire dall'individualismo e mettersi in connessione, non in competizione», le parole della deputata fabrianese Giorgia Latini. Dalla vicepresidente della Commissione istruzione e cultura della Camera è arrivato anche l'auspicio che Ascoli, in corsa per un riconoscimento Unesco, possa presto far parte della rete. Per il senatore Francesco Verducci, insieme, Fermo, Torino e Palermo «avranno il compito di contribuire al rafforzamento delle politiche pubbliche per centrare gli obiettivi educativi, valorizzando le diversità culturali, contrastando le disuguaglianze e favorendo l'accesso all'apprendimento per le persone con disabilità». Interventi che pesano e che, se non resteranno solo parole, potrebbero significare progetti concreti e soldi per realizzarli. Perché il senso del discorso, alla fine, è questo: passare dalle intenzioni ai fatti. «Energie progettuali e risorse economiche da mettere insieme», per dirla alla Nofri, «coinvolgendo gli organismi regionali per i finanziamenti, visto che si tratta di un'opera di promozione turistica e culturale e di uno strumento importante a servizio delle politiche regionali e non solo». Se son rose...
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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