Roma, scandalo riparazioni dopo i roghi all’Atac: officine sotto inchiesta

Roma, scandalo riparazioni dopo i roghi all’Atac: officine sotto inchiesta
di Michela Allegri
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Sabato 12 Maggio 2018, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 08:29

Autobus che prendono fuoco durante il percorso, o addirittura esplodono nel pieno Centro di Roma. Vetture malandate, che mettono a rischio la sicurezza dei passeggeri. Ora il sospetto degli investigatori è che dietro i guasti, i malfunzionamenti e gli incendi dei bus dell’Atac, si possa nascondere un sistema: la truffa dei pezzi di ricambio, rubati e rivenduti, e delle manutenzioni fantasma. Le risposte arriveranno con i risultati della perizia disposta ieri dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e dal pm Mario Dovinola.

I magistrati, che ipotizzano il reato colposo di danno in materia di incolumità pubblica, hanno accorpato in un unico fascicolo gli ultimi tre incidenti che hanno terrorizzato i pendolari della Capitale: l’autobus esploso l’8 maggio in via del Tritone, vicino alla Fontana di Trevi, quello che ha preso fuoco poche ore dopo in periferia, e quello quasi avvolto dalle fiamme il giorno seguente, a piazza Venezia. Sembra che due mezzi provenissero dalla stessa rimessa, quindi gli investigatori vogliono capire se ci siano collegamenti tra i casi e, soprattutto, se i guasti siano legate a carenze nella manutenzione o all’utilizzo di pezzi di ricambio scadenti.

IL PRECEDENTE
Non sarebbe la prima volta, a Roma. Lo scenario sarebbe quello di un’inchiesta che lo scorso anno ha travolto la Cotral, l’azienda regionale dei trasporti. Agli atti dell’indagine che coinvolgeva una sessantina di persone, tra responsabili di ditte che si sarebbero dovute occupare di manutenzione, dipendenti e ex dirigenti della municipalizzata, le informative della Guardia di finanza facevano riferimento a revisioni fatturate e mai effettuate. E ancora: pezzi di ricambio scadenti, spacciati per componenti meccaniche nuove di zecca. Parti di motore smontate e poi rivendute. Bandi truccati, appalti da centinaia di migliaia di euro affidati a ditte che non avevano le carte in regola per aggiudicarsi le commesse.

Anche in quel caso, il risultato era stata una flotta di autobus pericolanti, che s’incendiavano mentre viaggiano carichi di pendolari. Un copione che potrebbe essersi ripetuto. Nell’inchiesta Cotral, la Procura contestava anche l’attentato alla sicurezza dei trasporti. Le manutenzioni fantasma erano di diverso tipo: sostituzione di radiatori, ventole, tubazioni e di filtri del servosterzo. All’epoca, era stata fondamentale la denuncia sporta dal dipendente di una ditta coinvolta, che aveva raccontato di aver assistito «alla rigenerazione di pezzi smontati dalle vetture per poi essere rimontati sulle stesse. Le parti meccaniche venivano sottoposte a procedure di contraffazione», aveva dichiarato a verbale.

LE OFFICINE
Ora, anche l’inchiesta del procuratore aggiunto D’Elia e del pm Dovinola punta alle officine Atac, ai depositi e, soprattutto, alla manutenzione. Ieri gli inquirenti hanno incaricato un ingegnere di effettuare una perizia sui bus, per verificare lo stato delle componenti meccaniche. Se effettivamente emergesse l’impiego di materiali carenti per riparare i mezzi, le indagini potrebbero allargarsi anche ai casi di incendi registrati nei mesi scorsi. Dall’inizio del 2018 sono andati a fuoco 11 autobus. Nel 2017 i casi erano stati 22, mentre nel 2016 se ne erano contati 14. Nei prossimi giorni, inoltre, verranno acquisiti documenti presso le officine e i depositi.

Quello dei pezzi di ricambio è una nota dolente per Atac e non solo per la possibile truffa: ci sono anche i problemi con i fornitori che, a causa dei debiti della municipalizzata, spediscono gli ordini a singhiozzo. E poi c’è la carenza di mezzi su strada - in circolazione ce ne sono solo 1.100 - che costringe spesso i meccanici a effettuare riparazioni, controlli e tagliandi con troppa fretta, per non rischiare di lasciare “scoperte” le strade della Capitale. Così, interventi che dovrebbero durare mezza giornata si riducono a verifiche approssimative, che occupano poche ore.
 

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