Timori per il ponte Rozzi Il terreno si sta muovendo

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Sabato 25 Gennaio 2020, 05:04
L'EMERGENZA
ASCOLI È partita ufficialmente, da Palazzo Arengo, la segnalazione di una nuova area in dissesto idrogeologico nella zona di viale Rozzi per l'inserimento nel Piano di bacino del fiume Tronto. Proprio nella zona sottostante il ponte davanti allo stadio, infatti, risulterebbe un'area con problemi dal punto di vista di assetto idrogeologico, quindi a rischio. Un ulteriore versante sul Tronto da tenere sott'occhio, dunque, considerando l'importanza di quel tratto del fiume che si trova tra lo stadio Del Duca e la zona di Pennile di sotto e San Marcello. E che va ad ampliare un quadro già complesso, per quel che riguarda i versanti a rischio frane o dissesti sui corsi d'acqua nel territorio comunale, con le situazioni già sotto osservazione da tempo come quella di via Po, sopra il ponte di San Filippo e le zone di Monterocco, San Salvatore-Monteverde e quella tra la superstrada e il Castellano.
Il dissesto
L'istanza inoltrata ufficialmente dall'Arengo all'Autorità di bacino competente per il fiume Tronto, parla chiaro: si richiede l'inserimento nel Piano dell'assetto idrogeologico di «una nuova area in dissesto idrogeologico in viale Rozzi». Si tratta, dunque, di una conferma della presenza di un dissesto in quella zona sottostante il ponte che congiunge la zona di San Marcello-Pennile di Sotto con lo stadio. Una zona che, comunque, anche in passato aveva evidenziato qualche problema. A questo punto, è evidente che l'Amministrazione comunale, riscontrata la presenza di questa area in dissesto, si è mossa per la modifica al Piano sull'assetto del fiume anche nell'ottica di poter avere anche il necessario supporto economico nel caso di interventi da effettuare in quella zona per metterla in sicurezza. Tra l'altro, l'Arengo aveva già deciso di tenere sott'occhio la situazione, cercando di capire meglio se ci siano criticità, anche per quel che riguarda il ponte Rozzi. Si era proceduto all'affidamento di un incarico ad un professionista esterno per effettuare la verifica statica e di vulnerabilità sismica sul ponte in questione. L'incarico, affidato anche alla luce dei possibili effetti prodotti dal terremoto, oltreché sotto la spinta del Governo agli enti locali subito dopo il tragico episodio di Genova, prevedeva, come detto, un controllo approfondito del ponte dal punto di vista statico oltreché nell'ottica della risposta in caso di eventuali futuri terremoti. Il tecnico incaricato ha, quindi, esaminato gli elaborati progettuali dell'opera per poi predisporre un programma di rilievi e indagini mirato al raggiungimento di un livello di conoscenza di tipo Lc2, comprensivo di prove dinamiche; occupandosi anche di assistenza e coordinamento delle attività di indagine e dell'interpretazione dei risultati conclusivi. A questo punto è chiaro che il versante sotto il ponte è sotto attenta osservazione.
Le zone
Tra circa 4 mesi si dovrebbe conoscere anche il reale stato delle tre aree cittadine ritenute instabili anche a causa del terremoto e individuate come zone da osservare da un'ordinanza del commissario per il sisma, Farabollini. Ordinanza con la quale si finanziavano specifici approfondimenti tecnici. Si tratta delle aree di Monterocco, San Salvatore-Monteverde e di quella tra la superstrada e il Castellano. Zone che dallo scorso mese di ottobre, quando l'Arengo ha affidato l'aggiornamento dello studio di microzonazione ad un tecnico specializzato, sono sotto osservazione. Per la zona sopra San Filippo, invece, si è già proceduto con l'appalto dei lavori, mentre la situazione di via Po, sul Chiaro, è ancora sotto esame.
Luca Marcolini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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