Nel tempo del Covid la sicurezza a tavola è il vero piatto forte

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Domenica 31 Maggio 2020, 05:04
LA RIPARTENZA
SAN BENEDETTO In tempi di Coronavirus, a quasi due settimane dalla fine del lockdown è la sicurezza il piatto forte servito dai ristoratori della Riviera. «Tante persone telefonano e, prima di prenotare, s'informano bene riguardo alle misure che abbiamo adottato per contrastare il Covid», dice Giuseppe Teodori: titolare del ristorante Il Focolare. Rimarca come oggi i clienti chiedano per prima cosa sicurezza e tranquillità. Per garantirla, il ritrovo si è adeguato a regole piuttosto rigide. Come quella che prevede di apparecchiare i tavoli solo poco prima che l'ospite si sieda.
I bilanci
«Chiudere l'anno in attivo è praticamente impossibile - prevede il ristoratore - ma se non ci arriveranno aiuti concreti da parte dello Stato, sarà difficile perfino far pari, viste tutte le spese che abbiamo dovuto affrontare per adeguare il locale». A Valle Verde (uno dei ristoranti più grandi dell'hinterland sambenedettese) solo per l'acquisto di un sanificatore portatile hanno speso 400 euro. Il ritrovo è specializzato in cerimonie: settore letteralmente spazzato via dall'Emergenza-Coronavirus.
Le cerimonie
«Tra matrimoni, cresime, comunioni, compleanni e quant'altro, nel periodo di chiusura abbiamo perso un centinaio di cerimonie», sottolinea amaramente Stefano Castelletti. A farne ne spese, soprattutto il personale a chiamata. «Solo di camerieri, per cerimonie importanti arrivavamo a 20 persone: tutta gente che purtroppo non ha più potuto lavorare» rimarca ancora Castelletti, sottolineando come, attualmente, Valle Verde continua a puntare molto sull'asporto: «Serviamo soprattutto ditte della zona, il cui personale prima dell'emergenza veniva a trovarci a pranzo ma che, tutt'ora, preferiscono il cibo d'asporto». Insomma, la paura della pandemia continua a incidere sulla voglia di convivialità che, fino a pochi mesi fa, caratterizzava qualsiasi ristorante. Un fattore psicologico dalle conseguenze ancora tutte da valutare per gli addetti ai lavori. «Tra la gente c'è una comprensibile diffidenza - commenta Stefano Mastrangelo del ristorantino sul mare Bagno delle Stelle -. Speriamo che il trend di contagi sempre più in calo possa far salire la voglia di tornare al ristorante». Nel frattempo, la categoria è alle prese con l'applicazione pratica delle norme sul distanziamento sociale.
Gli sceriffi
«Mi sembra di essere diventato uno sceriffo» sbotta Mario Concetti, dell'omonima, storica pizzeria. «Non è facile far rispettare le distanze, soprattutto in una comitiva di ragazzi - argomenta Concetti - e penso che diventerà ancora più difficile nelle prossime settimane quando, si spera, aumenterà il viavai di persone, grazie all'arrivo dei turisti». La pizzeria ha suddiviso il proprio ambiente in base al tipo di ospiti: se arrivano ospiti non dello stesso nucleo familiare, tra una sedia e l'altra va posta una distanza di 1 metro e 20 cm. Ovunque si vada capita di sentirsi fare all'ingresso la fatidica domanda: «Siete congiunti?» oppure «Vivete insieme?». «Guai a chi molla! - è il grido di battaglia dello chef Fabrizio Camela, patron del ristorante Da Fabrizio-. I conti li faremo a fine estate, nel frattempo teniamo duro e lavoriamo, anche per contribuire all'economia di un intero indotto». Dal comparto ittico a quello del beverage, infatti, molti altri settori restano con le dita incrociate, nell'attesa di un ritorno a pieno regime della ristorazione. Come un tempo
Marco Braccetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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