La lista dei desideri Ogni anno scelti due luoghi in Italia

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Mercoledì 17 Luglio 2019, 05:04
IL LUNGO ITER
ASCOLI Entrare già nella tentative list, ovvero nella lista delle città candidate al riconoscimento Unesco è di per sé tutt'altro che semplice. Figuriamoci riuscire a divenire patrimonio dell'Umanità. Il primo passaggio che una città come Ascoli si ritroverà ad affrontare, per l'ennesima volta, è proprio quello di presentare la domanda per poter essere ammessa, nel caso specifico candidando la propria piazza principale, nella lista propositiva (o tentative list) italiana. Una volta accolta la domanda, deve essere presentata la documentazione completa, con un dossier di presentazione, che deve essere esaminata e approvata per l'iscrizione definitiva nella lista. Le proposte di candidatura per la lista italiana vanno presentate dagli enti competenti per la gestione dei luoghi candidati, quindi nel caso di Ascoli dall'Amministrazione comunale, al presidente del gruppo di lavoro interministeriale che opera al Mibact. Tale gruppo valuta le diverse proposte pervenute ai fini della compilazione della nuova lista propositiva e ogni anno il Ministero per i beni e le attività culturali decide quali siti già presenti nella lista propositiva debbano essere presentati al Comitato per il patrimonio mondiale che si riunisce una volta l'anno. A partire dal 2004, il limite per ogni paese è stato elevato a due candidature, di cui almeno una relativa a beni naturali, mentre il tetto massimo da esaminare (quindi dei siti in lista) è stato portato a 45 siti, compresi i siti rinviati dagli anni precedenti. Perché un sito sia iscritto nella lista del patrimonio mondiale, deve presentare un «eccezionale valore universale e soddisfare almeno uno dei dieci criteri di selezione illustrati nelle Linee Guida per l'applicazione della Convenzione del patrimonio mondiale del 2008». Deve anche soddisfare le condizioni di integrità e autenticità e deve essere dotato di un adeguato sistema di tutela e di gestione che ne garantisca la salvaguardia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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