L'EMERGENZA
ASCOLI Dovranno pazientare ancora un mese le famiglie residenti nei

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Giovedì 14 Febbraio 2019, 05:04
L'EMERGENZA
ASCOLI Dovranno pazientare ancora un mese le famiglie residenti nei 25 dei 59 comuni serviti dalla Ciip che da un mese sono costrette a fare i conti con la chiusura notturna del flusso idrico. A un mese esatto dall'entrata del provvedimento che si è reso necessario per far fronte alla grave crisi che si è verificata a seguito del sisma e che ha costretto il gestore del servizio a prendere drastici provvedimenti. La portata delle sorgenti viene tenuta costantemente sotto controllo nella speranza che il livello torni a crescere per poter riaprire i rubinetti anche durante la notte.
Le sorgenti
Al momento, oltre a dover fare i conti con le tre sorgenti che sono scomparse a causa delle ripetute scosse che si sono susseguite dall'agosto del 2016, quelle di Foce di Montemonaco e di Pescara del Tronto hanno un livello della portata al minimo storico. Basti dire che proprio quella della frazione di Arquata per la quale la Ciip ha una concessione di captazione di 200 litri al secondo, da qualche tempo riesce a garantire circa 35 litri al secondo. A quanto pare, il processo di decrescita sembra essersi arrestato e, pertanto, è auspicabile che con il passare dei giorni il livello dell'acqua a disposizione torni gradatamente ad innalzarsi. Nei giorni scorsi, a seguito del processo di scioglimento della neve, sulla sorgente di Foce di Montemonaco era stato registrato un leggero incremento che però non si è stabilizzato nei giorni successivi. Andamento delle sorgenti che, però, è in linea con il dato storico in possesso ai tecnici della Ciip che lo hanno monitorato nel corso degli anni. Dagli studi effettuati è probabile che, come avvenuto negli anni precedenti, durante la prima decade di marzo le portate delle sorgenti tornino a crescere.
L'incremento
Solitamente, l'incremento quotidiano medio registrato è quello di circa due litri al secondo. Cosa questa che, se dovesse essere confermata, nell'arco di una decina di giorni consentirebbe di avere a disposizione una quantità giornaliera di acqua in grado di poter far fronte al fabbisogno del Piceno e anche di essere in grado di affrontare senza causare problemi agli utenti nella malaugurata ipotesi che si verificasse una rottura lungo la condotta principale oppure si verificasse un blackout elettrico che non consentirebbe l'utilizzo degli impianti di sollevamento che immettono l'acqua nell'acquedotto principale. Precauzioni che nella sede dell'ex consorzio idrico di via della Repubblica non possono non tener conto. Anche per questo motivo, le chiusure dei serbatoi nelle ore notturne si sono rivelate decisive, avendo consentito di avere maggior acqua a disposizione all'interno delle cisterne. A distanza di un mese, è ora possibile fare un primo bilancio sull'efficacia del provvedimento di sospensione. La cartina di tornasole è rappresentata dal serbatoio dell'Annunziata alto 5 metri con una capacità di circa 10mila metri cubi di acqua che rappresenta uno dei più grandi a disposizione della Ciip e serve gran parte delle utenze di Ascoli. Prima della chiusura il livello dell'acqua si aggirava intorno agli 80 centimetri pari a circa 1600 metri cubi d'acqua. A distanza di trenta giorni, le chiusure notturne hanno consentito di accumulare 2,2 metri d'acqua pari a circa 5mila metri cubi di risorsa idrica a disposizione. Una quantità sufficiente a garantire il flusso per alcune ore qualora si verificasse la necessità di dover intervenire sulla condotta. «Voglio ringraziare tutti i cittadini che in questo mese hanno dovuto fare i conti con la chiusura dell'acqua nelle ore notturne - ha tenuto a sottolineare il presidente della Ciip, Giacinto Alati -. Hanno dimostrato grande senso di responsabilità facendosi carico di un problema che è reale».
Luigi Miozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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