IL DISAGIO
ASCOLI C'è un luogo, in città, che rappresenta il termometro

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Domenica 17 Novembre 2019, 05:04
IL DISAGIO
ASCOLI C'è un luogo, in città, che rappresenta il termometro infallibile dell'emergenza sociale, della povertà: è Zarepta, la mensa per i poveri, i disagiati, gli emarginati. E' lì che su oltre 17.600 pasti offerti a chi ne ha bisogno sono entrate anche persone che fino a poco tempo fa vivevano la loro vita normale o addirittura benestante e in un attimo si sono ritrovati nel tunnel del disagio. Tra questi come conferma il presidente dell'associazione Zarepta, Corrado Bruni anche qualche ex imprenditore cui qualcosa è andato storto. Così come centinaia di disoccupati. Perché su una media di circa 70 persone al giorno che entrano nella mensa, ben il 67% sono ascolani. Ascolani che hanno problemi legati anche alla perdita del lavoro e che per dignità hanno evitato finché hanno potuto di chiedere aiuto, poi esauriti i risparmi, si ritrovano a ringraziare gli 80 volontari della mensa per i poveri. Una fotografia spietata e preoccupante.
Numeri spietati
«Il nostro servizio statistico evidenzia il presidente di Zarepta, Corrado Bruni - ci fornisce dati che sono emblematici. Nell'ultimo anno abbiamo servito 17.600 pasti caldi. Questo non significa che ci sono 17.600 poveri che vengono alla nostra mensa. Ma si tratta di 17.600 presenze a tavola, per una media di 60-70 utenti al giorno. Si tratta di persone che sono effettivamente in stato di bisogno e rappresentano le fasce più povere della città. E non si pensi che siano tutti extracomunitari, quelli che vengono con le barche dal Nord Africa. Il 67% delle persone che ci chiedono ogni giorno un pasto sono ascolani. E molti di loro pagano in maniera pesante il fatto di essere rimasti disoccupati». «Anche in questo senso aggiunge Bruni - la statistica parla chiaro. Il picco più alto lo abbiamo avuto con 17.700 pasti, quindi presenze in mensa, nel 2010. Un dato che poi si è sostanzialmente riconfermato negli anni successivi, fino ad oggi, a parte un lievissimo calo. Quel dato lì, derivava soprattutto dalla crisi occupazionale. Quella era la fotografia della crisi che picchiava duro. Poi ci si è rimesso anche il terremoto».
Le tipologie di utenti
«Noi potremmo anche andare fieri - prosegue il presidente di Zarepta - di questi dati sotto l'aspetto del servizio fornito, ma in realtà non c'è assolutamente da andarne fieri. Semmai c'è solo da preoccuparsi. il fatto che il 67% sono nostri concittadini che noi non penseremmo neanche possano essere in queste condizioni C'è anche qualche ex imprenditore a cui poi qualcosa non è andato bene e ha perso tutto. Noi ogni tanto sentiamo, quando facciamo servizio a mensa, i loro racconti. Sono magari figli illegittimi, ci sono situazioni familiari difficili, ci sono vissuti fatti di alcool-dipendenza o tossicodipendenza, c'è anche una presenza di persone con malattie mentali, che il mondo del lavoro scarta. Come cittadini non possiamo non preoccuparci».
Servizio più efficiente
Ma ora la mensa di Zarepta cresce anche dal punto di vista logistico e organizzativo. «Con il nostro trasferimento all'interno del Pas, il polo dell'accoglienza conclude Bruni il nostro servizio potrà essere ancora più efficiente. Tra l'altro, nell'ambito dei contributi per progetti legati al post terremoto, abbiamo ottenuto dall'apposito comitato di Cgil, Cisl e Uil il finanziamento per una nuova cucina in grado di servire anche più pasti. Il nostro obiettivo resta far sentire a casa loro tutti i nostri ospiti».
Luca Marcolini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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