I contratti precari tra le prime cause degli infortuni delle lavoratrici

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Lunedì 12 Marzo 2018, 05:04
IL REPORT
ASCOLI Addette alla cassa o all'ortofrutta, sono i cosiddetti lavori ripetitivi che fanno salire il numero di donne che riscontrano malattie professionali. Patologie che troppo spesso non denunciate per paura di perdere il posto di lavoro. E' quanto denuncia Luana Agostini segretario provinciale Filcams, settore Commercio, Turismo e Terziario della Cgil Ascoli: «Si tratta di lavoratrici che tutti i giorni per ore fanno gli stessi movimenti, come se operassero all'interno di un catena di montaggio, come ad esempio sollevare cassette piene di frutta spiega-. Mal di schiena e tunnel carpali sono alcune delle malattie professionali più ricorrenti nelle donne che fanno questo tipo di lavoro. Una situazione determinata anche da un blocco nel reclutare giovani come forza lavoro e che possa andar a coprire quei lavori che riechiedono una maggiore forza fisica. Ecco perché sarebbe necessario investire nei macchinari per la movimentazione manuale dei carichi, puntanto sull'industria 4.0». Il Dipartimento Sicurezza sul Lavoro di CGIL CISL UIL di Ascoli Piceno, a riguardo evidenzia lo stato degli infortuni al femminile, secondo un'analisi dell'Inail emerge un aumento dell'1,4 per cento per le donne delle denunce nel 2016 rispetto all'anno precedente. E rappresentano soltanto una parte di tutte quelle lavoratrici che hanno riscontrato delle patologie legate alle mansioni lavorative.
Il lavoro precario
«Con il lavoro precario le donne hanno paura di perdere il posto di lavoro e molte volte fanno passare l'infortunio come una malattia, magari per paura che l'azienda possa ricattarle commenta Sergio Ionni rappresentante del Comitato Inail provinciale -. E' noto che l'azienda meno infortuni registra e meno tributi deve all'Inail ma riceve agevolazioni. Questo accade soprattutto nelle piccole attività, dove magari ci sono 7 oppure 8 dipendenti e non ci sono sindacati, associazioni o confederazioni a rappresentarli e difendere i loro diritti». Le denunce pervenute all'Inail per infortuni sul lavoro nel 2016 che hanno riguardato le donne nelle tre gestioni principali quali agricoltura, industria e servizi, conto Stato, sono state 230.372, in crescita dell'1,4 per cento rispetto alle 227.175 dell'anno precedente. Si aggiungono le 27 del settore navigazione e le 525 della gestione autonoma casalinghe. I casi mortali denunciati sono stati 106, nove in meno rispetto al 2015, 53 dei quali sono stati riconosciuti positivamente dall'istituto.
Il quadriennio
Nel quadriennio compreso tra il 2012 e il 2016 le denunce di infortunio sono diminuite complessivamente del 13,9 per cento passando dalle 745.546 del 2012 alle 641.544 del 2016. A fronte di un aumento dell'1,6 per cento dell'occupazione femminile, le denunce delle lavoratrici hanno registrato un calo costante negli anni del quinquennio esaminato, passando dalle 257.300 del 2012 alle 230.372 del 2016, pari a una diminuzione percentuale del 10,5 per cento, più contenuta rispetto a quella rilevata tra i lavoratori pari a meno 15,8 per cento. Nello stesso quinquennio l'incidenza delle donne sul totale degli infortuni è salita dal 34,5 per cento al 35,9 per cento.
Luigina Pezzoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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