Don Petrocchi sarà cardinale «Credevo fosse uno scherzo»

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Lunedì 21 Maggio 2018, 05:04
LA NOMINA
ASCOLI Ha appreso la notizia che sarebbe stato presto consacrato cardinale al termine della messa del mattino. «Quando un fedele mi si è avvicinato sorridente e me lo ha detto all'inizio non gli ho creduto. Io cardinale? Ma dai! Ho pensato che si trattasse di uno scherzo» ha confidato a un sacerdote ascolano ieri pomeriggio il neo cardinale. La nomina a porporato di monsignor Giuseppe Petrocchi può essere interpretato come un segno di vicinanza alla città di L'Aquila e, idealmente, a tutte le realtà colpite dalla tragedia del terremoto, compresa la sua amata Ascoli Piceno ma anche un riconoscimento per il risanamento della curia aquilana e il rilancio dell'azione pastorale. Potrebbe esserci tutto questo e forse anche di più dietro la nomina a cardinale di Giuseppe Petrocchi, annunciata ieri da Papa Francesco, insieme ad altri tredici (il 29 giugno ci sarà il Concistoro).
La sorpresa
Una decisione che di certo avvicina l'Abruzzo intero ma anche le Marche al Vaticano e apre scenari finora solo evocati. Ci sarà tempo per capirne il reale significato, ma se corrispondesse a realtà la volontà di lasciare comunque Petrocchi al suo posto, pur in una sede non cardinalizia, diverrebbe uno straordinario segnale della volontà di proseguire con maggiore vigore nell'opera di ricostruzione materiale e morale del tessuto colpito dal dramma del sisma, evitando il terzo cambio ai vertici della Curia in pochi anni. Petrocchi si è detto meravigliato dalla decisione di Bergoglio: «È stata una sorpresa totalmente inaspettata e penso che voglia essere anche un segno di vicinanza del Papa per L'Aquila e tutte le popolazioni terremotate del Centro Italia. Ringrazio Papa Francesco per la fiducia e affido tutto a Maria Madre e modello della comunione nella Chiesa» ha spiegato ancora il prelato prima di officiare la messa nella parrocchia di Tornimparte, ieri pomeriggio. Il motto pastorale è «Ante omnia caritas», la carità prima di tutto, secondo quanto scritto da San Paolo nella celebre lettera ai Romani.
La missione pastorale
Nei cinque anni trascorsi a L'Aquila l'arcivescovo Petrocchi ha operato per la ricostruzione della Chiesa aquilana, ferita a morte dal terremoto del 2009. Il suo forte rammarico è dato dalla mancata ricostruzione della sua chiesa Cattedrale e del seminario diocesano. Inoltre non è riuscito a portare a termine, non per sua volontà, il completamento della provincia ecclesiastica, istituita da Paolo VI nel 1972, che «è formata dalla stessa Chiesa Aquilana, dalle diocesi dei Marsi, di Valva e Sulmona». Ciò lo ha indotto, fin dal giorno del suo insediamento sulla cattedra della chiesa dei Santi Giorgio e Massimo, a sostenere che l'arcidiocesi è «veramente di piccole dimensioni».
I pastori
Giuseppe Petrocchi è il primo cardinale della diocesi ascolana negli ultimi tre secoli. C'è anche il cardinale Sebastiani, di Montemonaco, ma rientra nella diocesi fermana. Diocesi ascolana che vanta altri eminenti pastori. Piero Coccia è arcivescovo di Pesaro e presidente della Conferenza episcopale marchigiana, Francesco Marinelli, vescovo emerito di Urbino, Stefano Russo vescovo della diocesi di Fabriano e Matelica.
Sacerdote a 25 anni
Giuseppe Petrocchi, per tutti don Pino, classe 48, è entrato in seminario a 17 anni e ha conseguito due lauree (filosofia a Macerata; psicologia alla Statale di Roma). Sacerdote a 25 anni ha insegnato per quasi 20 anni filosofia, pedagogia e psicologia alla sezione magistrale del liceo classico di Ascoli e dal 1981 al 1986 è parroco di Cerreto di Venarotta. Dal 1986 al 1998 è stato parroco di Trisungo e poi diventa parroco a SS.Pietro e Paolo. È, in diversi periodi, docente presso la Scuola diocesana di formazione teologica per laici. Collabora col Consultorio familiare di ispirazione cristiana ed è membro del Consiglio pastorale diocesano. Per un triennio è anche membro del Consiglio presbiterale diocesano. Il 18 giugno 1998 è nominato, da Papa Giovanni Paolo II vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno poi l'ultimo passaggio a L'Aquila.
Luca Marcolini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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