«VANNO PREVISTE FORME DI RISTORO PER LE ATTIVITÀ SOGGETTE A LIMITAZIONI»

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Domenica 25 Ottobre 2020, 05:05
IL SUMMIT
ANCONA È stata una delle giornate più lunghe e difficili per il governatore delle Marche e per il neo assessore regionale alle Sanità. Cominciata con un bollettino sanitario che ha evidenziato - semmai ce ne fosse stato ancora bisogno - quanto il Coronavirus si stia insinuando nelle famiglie e si diffonda contatto dopo contatto ad una velocità spaventosa. E terminata con una tesissima videoconferenza tra Stato e Regioni, per cercare di limare il Dpcm che il premier Conte si appresta a varare, quasi sicuramente entro stasera.
L'appello al premier
Un documento che scongiura il lockdown ma rischia di mettere in ginocchio esercizi pubblici e centri privati: per questo ieri, il presidente Acquaroli e l'assessore Saltamartini, hanno convenuto assieme agli altri governatori che la bozza del decreto deve essere alleggerita in alcune sue parti. Lo strappo con il governo è contenuto in una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte, ai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, dove il governatore della Regione Emilia Romagna - nonché presidente della Conferenza delle Regioni -, Stefano Bonaccini, ha avanzato le critiche dei colleghi sui contenuti del Dpcm e chiede di inserire nel provvedimento l'impegno a riconoscere ristori adeguati ai settori più colpiti dalla stretta anti-Covid. I governatori chiedono di ripensare alla stretta sulle chiusure di bar e ristoranti, non chiudere gli impianti di scii, sottoporre a tampone solo i sintomatici e i conviventi di chi ha contratto il virus.
Tamponare la crisi dei settori
«In via generale - scrive Bonaccini nella lettera- si fa rilevare la necessità di prevedere adeguate forme di ristoro per i settori e le attività economiche interessate dalle limitazioni introdotte dal provvedimento oggetto del presente parere, mediante la contestuale attivazione di specifici tavoli di confronto con i Ministeri competenti». Poi Bonaccini muove, a nome delle Regioni, le «osservazioni al Dpcm» con la richiesta delle conferenze. Al punto uno «si richiede l'estensione della didattica a distanza al 100% per le scuole secondarie superiori e per le università, mentre al secondo punto, al fine di rendere sostenibile il lavoro delle Aziende sanitarie in tempo di emergenza riducendo il carico di lavoro dovuto alle difficoltà nel contact tracing si dovrebbe destinare i tamponi (molecolari o antigenici) solo ai sintomatici e ai contatti stretti (familiari e conviventi) su valutazione dei Dipartimenti di prevenzione e si dovrebbe riservare la telefonata giornaliera per i soggetti in isolamento o quarantena a specifici casi su valutazione dell'operatore di sanità pubblica».
Niente stretta nei giorni festivi
La conferenza delle Regioni interviene anche su uno dei punti più sentiti del Dpcm: la stretta su bar e ristoranti. In sostanza si chiede di «Prevedere l'orario di chiusura per i ristoranti alle 23, con il solo servizio al tavolo, per i bar prevedere la chiusura alle 20 ad eccezione degli esercizi che possono garantire il servizio al tavolo. Eliminando l'obbligo di chiusura domenicale». Un altro appello riguarda l'opportunità di lasciare aperti gli impianti nei comprensori sciistici, anche questi finiti nella stretta, mentre al punto cinque si chiede di «prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, con eccezione di alimentari e farmacie».
Le critiche dei presidenti
Ma i dubbi sono insorti anche sull'altra parte riguardante la chiusura netta di palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri. «Vanno valutati - secondo le Regioni - i dati epidemiologici di riferimento». E proprio questi dubbi hanno tato la marcia del nuovo Dpcm, che il premier Conte era intenzionato a presentare già ieri sera: appuntamento slittato invece ad oggi, per avere il tempo di recepire le istanze dei governatori, cercare di limare laddove possibile e inserire, magari in zona Cesarini, altre misure. Come il divieto di spostamento tra regioni.
Le decisioni
Il ministro della Salute Roberto Speranza non ha usato mezzi termini durante la riunione con le Regioni. «Servono misure rigorose, robuste e serie - ha detto - per governare la curva e raffreddare la situazione evitando di arrivare a misure più drastiche». E così il sabato no-stop di governatore e assessore alla sanità si è chiuso in tarda serata, con la sveglia puntata alle ore 10: quando a Palazzo Raffaello la giunta al completo incontrerà tutti i vertici della sanità marchigiana per fare il punto della situazione e mettere a punto una macchina ormai lanciata a tutta velocità.
Maria Teresa Bianciardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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