Scolara promossa in seconda I genitori al Tar: «Bocciatela»

3 Minuti di Lettura
Domenica 22 Ottobre 2017, 05:00
IL CASO
ANCONA Di solito se una famiglia ricorre al Tar per ribaltare un verdetto scolastico, è contro una bocciatura. Ma può anche accadere il contrario, com'è capitato a una coppia di Civitanova Marche, che si è rivolta ai giudici amministrativi (senza successo) per far ripetere alla figlia, un bimba di 6 anni, l'anno scolastico appena concluso, superato con la promozione. È lo strano caso che nei giorni scorsi è approdato nelle aule del tribunale amministrativo delle Marche, che ha esaminato il ricorso contro il provvedimento emesso dai docenti, che avevano promosso la piccola in seconda elementare. Una bimba che, durante lo scorso anno scolastico, era stata individuata dalla scuola come alunna con bisogni educativi speciali a causa di alcuni deficit emotivi e di apprendimento.
Il piano didattico personalizzato
Proprio a fronte di queste problematiche, l'istituto aveva concordato con la famiglia un piano didattico personalizzato. Al di fuori dalla scuola, i genitori avevano fatto seguire la bimba da un centro di psicologia e di psicoterapia dell'Anconetano e a due professioniste private. Sono stati proprio gli specialisti a consigliare ai docenti la bocciatura. Suggerimento però, non è stato accolto dal consiglio di classe. La promozione ha spinto la famiglia a impugnare il provvedimento della scuola e a rivolgersi ai giudici del Tar Marche per far ripetere la prima elementare alla figlia. Iniziativa però senza successo.
Il ricorso è stato respinto, dopo aver soppesato tutti i pro e i contro, con una sentenza pubblicata dal Tribunale amministrativo regionale tre giorni fa. Ora, i genitori della minore potranno decidere se accettare la decisione oppure insistere ricorrendo addirittura fino al Consiglio di Stato.
I percorsi riabilitativi
È nella seconda parte della prima elementare che sarebbero emersi i deficit della piccina. «Difficoltà emotive, attentive e di apprendimento» che hanno portato all'attuazione di percorsi riabilitativi e terapeutici specifici e, in campo scolastico, di un progetto didattico personalizzato sui bisogni educativi speciali. Il piano didattico personalizzato è stato concordato con i genitori nell'aprile 2017. In quello stesso periodo, la minore avrebbe anche iniziato a frequentare degli specialisti, tra cui una psicomotricista e una logopedista. Da quanto emerge dagli atti, sono stati i professionisti, tutti esterni alla scuola, a consigliare al corpo docente la bocciatura della bimba, «in modo da favorire la maturazione delle abilità compromesse dai disturbi di cui è affetta e da ridurre lo svantaggio adattativo».
Gli insegnanti: si sta inserendo
Di tutt'altro avviso l'istituto frequentato dalla minore. Si legge nella sentenza: «nel piano didattico personalizzato sono state individuate le strategie da attuare in concreto, ma non si è accennato alla possibilità per la bambina di ripetere l'anno scolastico». Un'eventualità sempre rifiutata dal corpo docente perché «la bocciatura non avrebbe garantito il recupero sperato in relazione alle difficoltà dell'allieva, mentre l'allontanamento dal contesto scolastico nel quale, seppur a fatica, la stessa si era inserita, avrebbe rischiato di farle perdere anche le competenze sino a quel momento acquisite». Anche nella relazione dell'Umee (Unità Multidisciplinare dell'Età Evolutiva) di Civitanova datata 9 ottobre 2017 non sarebbe stato fatto alcun cenno alla possibilità o l'utilità della bocciatura. Dunque, la promozione è legittima e ampiamente motivata: per il tribunale la bimba deve andare in seconda elementare.
Federica Serfilippi
© RIPRODUZIONE RISERVATA