SALTAMARTINI: «LA SITUAZIONE NEI REPARTI DEGLI OSPEDALI COMINCIA A MIGLIORARE»

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Sabato 23 Gennaio 2021, 05:05
IL CASO
ANCONA Altri sette giorni in arancione per le Marche che speravano di anticipare l'ingresso in zona gialla. Una mission impossibile, nonostante l'amarezza di essere pronti ad affrontare la riapertura delle attività con una curva pandemia che sta sensibilmente scendendo. Ieri però, con l'aggiornamento dei dati dell'Istituto superiore della sanità, sono sfumate anche le ultime speranze: il rischio da alto è passato a moderato ma non è cambiata la pressione sugli ospedali, in particolare sulle terapie intensive e sull'area medica. Anche l'indice Rt è rimasto pressochè invariato dalla scorsa settimana: 0.98, destinato però a scendere sensibilmente venerdì prossimo.
Il pressing
Ma il governatore Francesco Acquaroli è deciso ad andare fino in fondo alla questione, per non rischiare di subire altri provvedimenti restrittivi: «Con questi dati non meritavamo di andare in zona arancione - ha sottolineato anche ieri, dopo l'ennesimo report settimanale - e stiamo predisponendo un accurato dossier da inviare all'Istituto superiore della sanità dove racconteremo nel dettaglio l'andamento della pandemia nelle Marche». Dove vuole arrivare il presidente? «Non possiamo correre il rischio di subire la zona arancione ulteriormente. Ora ci siamo finiti nonostante l'Rt fosse sotto l'1 per via degli ospedali. Ma il Covid, dopo l'abbassamento della curva di contagio, solitamente riprende a correre: e se l'Rt dovesse risalire ci troveremmo nella fascia intermedia un'altra volta, magari con le strutture sanitarie sotto la soglia indicata dagli esperti. Di questo passo resteremmo in arancione per settimane e non possiamo permettercelo».
La tesi sostenuta
Dati alla mano Acquaroli chiederà la rivalutazione della classificazione nelle Marche, pronto a confutare la tesi che la regione si meriti l'attuale colore. Sottolinea l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini: «Se si osserva una rigorosa interpretazione degli indici, la pressione negli ospedali è ancora sopra la soglia. Ma se si va a guardare la sostanza, i ricoveri sono quelli delle settimane precedenti, perché i pazienti positivi che necessitano di cure nelle strutture sanitarie restano a lungo in rianimazione ma anche in area medica. E la situazione attuale è in netto miglioramento». Intanto dopo cinque settimane consecutive di aumento il valore, l'indice di contagio in Italia finalmente inizia a scendere. Venerdì scorso era arrivato a 1,09, ieri era a 0,97 sotto la soglia considerata a rischio. Probabilmente si assiste all'effetto di riduzione dei contagi delle chiusure del periodo natalizio, quando l'Italia è stata quasi sempre zona rossa, con alcuni giorni arancioni e rarissimi in giallo. La situazione, scrive la Cabina di regia, «resta in una fase delicata e un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Tale tendenza a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali, con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all'elevata incidenza, impongono comunque incisive misure restrittive». Sempre gli esperti osservano «una lieve diminuzione dell'incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni cioè 339,24 casi per 100mila abitanti tra il 4 e il 17 gennaio contro i 368 dal 28 dicembre al 10 gennaio». Comunque sia «l'incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti».
Maria Teresa Bianciardi
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