Presi i banditi dell'Audi Era una gang di albanesi

4 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Novembre 2019, 05:05
LA CATTURA
ANCONA Tutto come in un film d'azione. L'inseguimento, il pedinamento, poi l'irruzione nel covo. I banditi che reagiscono, sferrano pugni e testate, mandano all'ospedale 4 carabinieri. Tre ladri vengono catturati subito, due riescono a scappare: uno verrà preso qualche ora dopo in un B&B, l'altro ha le ore contate. Così è finita l'avventura della banda dell'Audi che per settimane ha seminato rabbia e paura in giro per le Marche - non solo nell'Anconetano, ma anche nelle province di Macerata e Fermo - ma ora è arrivata al pit stop finale, il carcere.
Per il momento alla gang, composta da 5 clandestini albanesi in possesso di patenti e passaporti falsi, sono contestati solo un paio di furti commessi mercoledì pomeriggio a Fabriano, da dove è partita l'operazione, ma visto il tesoretto che nascondevano nel loro bunker di Assisi, fatto di monili d'oro, gioielli e orologi Rolex per un valore di oltre 50mila euro, gli investigatori li ritengono responsabili di decine di colpi avvenuti tra ottobre e novembre ad Ancona, Camerano, nell'Osimano, Civitanova, Mogliano e Porto Sant'Elpidio, ma anche a Pianello Vallesina, dove avrebbero smurato una cassaforte e preso a sassate e minacciato di morte il proprietario di una villetta che si era accorto della loro presenza. La gang albanese, in realtà, non si spostava solo sull'Audi, ma anche su un'Alfa Romeo Giulietta, la stessa avvistata mercoledì pomeriggio in concomitanza di un paio di furti consumati a Fabriano.
Inseguimento sulla statale 76
Grazie alla pioggia di segnalazioni, i militari si sono lanciati all'inseguimento dell'auto sospetta che montava targhe rubate poche ore prima a Castelbellino e che è scappata a tutta velocità verso l'Umbria. I carabinieri della Compagnia di Osimo, con il Norm e i colleghi di Filottrano, guidati dal maresciallo Giuseppe Esposto e coordinati dal comandante Luigi Ciccarelli, seguendo un loro spunto investigativo, hanno organizzato un pattugliamento lungo la Statale 76 e grazie ad una staffetta di controlli hanno monitorato gli spostamenti dei ricercati fino alla loro base di Assisi, nella frazione Viole. Qui, attorno alle 20,30, è scattato il blitz ad opera di una ventina di militari, inclusi i colleghi umbri che sono stati i primi a fare irruzione nella casa e hanno avuto la peggio perché i cinque banditi, appena scesi dalla Giulietta con borsoni pieni di refurtiva, hanno reagito con violenza: uno di loro, un 27enne, era armato di pistola, una Beretta cal. 7,65 rubata da un'abitazione ad Ancona lo scorso 6 luglio. Per fortuna non l'ha estratta dalla cintola, ma con una testata ha colpito un carabiniere della Compagnia di Assisi, fino all'ospedale e dimesso con 15 giorni di prognosi. Peggio è andata a un suo collega che ha rimediato una frattura alla mano (prognosi di un mese), mentre altri due sono rimasti feriti in modo più lieve. Nell'operazione-lampo, tre albanesi sono stati arrestati (il 27enne, un 30enne e un 34enne), mentre due complici sono scappati, ma uno di loro, un 39enne ricercato da un anno e mezzo dopo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel marzo 2018 dal gip di Rieti per evasione, è stato rintracciato nella notte in un B&B di Trevi, nel Perugino: era in possesso di 4.780 euro in contanti, un chilo d'oro tra gioielli e preziosi, 165 grammi di marijuana, due bilancini di precisione e un jammer usato per disturbare le frequenze dei cellulari. E' ancora in corso la caccia al quinto fuggitivo. Nel frattempo, proseguivano le perquisizioni nel bunker di Assisi, una casa affittata da uno dei malviventi che in Albania avrebbe possedimenti e perfino un hotel: sono stati controllati tutti i locali, il garage e la cantina. E' spuntata fuori talmente tanta refurtiva, tra collane, braccialetti e Rolex, da riempire una gioielleria, oltre a scanner per intercettare le comunicazioni, documenti falsificati e attrezzi del mestiere, tra cui una smerigliatrice con dischi di metallo.
La carrozzeria
Ma il bello doveva ancora venire. Mentre un gruppo di carabinieri si occupava del rintraccio dei fuggitivi, altri colleghi si sono portati a Spoleto per sequestrare in una carrozzeria una seconda auto, la famosa Audi A4 modello S4 con cui la banda avrebbe commesso furti in serie nelle Marche, cambiando di volta in volta non solo le targhe, ma anche il colore: un tempo era nera, poi era diventata grigio scura, ora la stavano riverniciando più chiara per mimetizzarla. Era intestata ad un prestanome romano. Dei clandestini albanesi, tre sono nel carcere di Capanne, a Perugia, il quarto a Spoleto. Sono accusati di furto aggravato in concorso e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, porto d'armi abusivo, ricettazione, uso di documenti falsi e spaccio di stupefacenti. Nei prossimi giorni comincerà l'attività di riconoscimento della refurtiva per riconsegnare i gioielli ai legittimi proprietari.
Stefano Rispoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA