M5S, i due dissidenti ai saluti «Via da qui ma ci riproviamo per una nuova fase politica»

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Venerdì 10 Luglio 2020, 10:39
LA FRATTURA
Il tempo era scaduto da un pezzo. Ormai non restava che raccogliere i cocci. Il Movimento Cinque Stelle dopo Bisonni (passato ai Verdi) perde anche Maggi e Pergolesi che ieri hanno ufficializzato il passaggio al gruppo misto. A questo punto si fa prima a vedere chi resta: Fabbri e Giorgini che ricostituiranno un nuovo gruppo pentastellato, «in linea con l'associazione nata nel 2017». Maggi e Pergolesi hanno incontrato la stampa a margine del consiglio regionale di ieri in un incontro che ha raccolto tutto il vissuto a palazzo Leopardi e la ferita impossibile da suturare della proposta Longhi mai condivisa, anzi mai riconosciuta dal Movimento che oggi ha in Gianni Mercorelli il candidato governatore.
I principi della nascita
«I principi che hanno ispirato la nascita del Movimento rimangono oggi più che mai attuali» hanno spiegato Maggi e Pergolesi. Ma M5s paga il prezzo di una crescita basata sulla comune «voglia di ribellione» più che su una comune storia politica o sensibilità, che«non ha permesso la formazione di un'adeguata classe dirigente». Sullo sfondo c'è il contrasto tra la scelta, voluta dai parlamentari marchigiani di M5s, di correre alle regionali con un proprio candidato presidente e il progetto di Maggi e Pergolesi di una candidatura civica, l'ex rettore di Univpm Sauro Longhi, con un'ampia coalizione di centrosinistra. «Nelle Marche - scrivono i due - a differenza di altre regioni, viene incredibilmente impedita una prassi democratica, consueta al Movimento, non consentendo a tutti gli iscritti di decidere, sulla piattaforma Rousseau, se la lista 5 Stelle dovesse correre alle elezioni regionalida sola o in coalizione». I due nuovo componenti del gruppo misto parlano di «deriva verticistica» dell'M5S nelle Marche.
Il problema candidati
«Nelle ultime elezioni amministrative più della metà delle liste del Movimento già esistenti nei comuni delle Marche non si sono ripresentate. La stessa tendenza si manifesta alle prossime elezioni regionali. Nel collegio elettorale di Ancona, per riportare un caso emblematico, hanno dato la loro disponibilità solo cinque candidati su nove che dovevano formare la lista, tanto che si stanno cercando, saltando ancora il coinvolgimento della base, quattro amici fidati per completarla». I due prendono quindi le distanze dal gruppo «perché nessuno ci possa vietare un ulteriore tentativo di confronto tra coloro che credono che sia necessaria una nuova fase politica». Nel pomeriggio Articolo 1 ha teso loro la mano: «Incontriamoci e diamo subito avvio a un confronto».
a. t.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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