LO SCONTRO
ANCONA Le Marche entrano in zona rossa: dopo il caso conclamato di

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Giovedì 27 Febbraio 2020, 05:05
LO SCONTRO
ANCONA Le Marche entrano in zona rossa: dopo il caso conclamato di Coronavirus di martedì, altri due tamponi positivi al test. E uno strappo istituzionale definito da fonti governative «irrecuperabile». Mentre in una stanza super blindata del reparto di Malattie infettive dell'ospedale regionale di Torrette il 29enne di Vallefoglia, che ha avuto la prontezza di mettersi in quarantena volontaria, fa lievitare il conto delle persone colpite da Covid-19 in Italia - 400 in dieci regioni - Luca Ceriscioli, oltre a tentare di arginare l'aggressivo virus, deve respingere gli attacchi capitolini. Il governatore marchigiano Pd viene tacciato di un «atteggiamento gravemente scorretto». Tant'è che l'esecutivo impugna la sua ordinanza di chiusura delle scuole, emanata martedì contravvenendo all'ordinanza del governo. Un blocco, che varrà fino al 4 marzo, esteso anche alle manifestazioni pubbliche. Ceriscioli non retrocede d'un passo, figuriamoci ora che è finito in zona rossa. Anzi, ora più che mai si sente sicuro del passo coraggioso che ha compiuto.
I casi
L'emergenza varca per la prima volta i confini regionali martedì mattina, con il caso positivo di un cacciatore-ristoratore che abita a Morciano di Romagna, in Valconca, a un soffio dalle Marche. In tarda serata il virus è già qui, in territorio Pesarese: il 29enne che vive tra Vallefoglia e Piacenza, lavora a Somaglia, cinque chilometri da Codogno, epicentro della zona rossa, tornato a casa lo scorso weekend, è contagiato: evidenziato dai primi test, viene ribadito dalla contro-verifica nel centro diagnostico di riferimento nazionale dell'Istituto superiore di sanità, a Roma. Il giovane è ricoverato, in buone condizioni, all'ospedale di Torrette. Di lui Ceriscioli elogia il «comportamento di buona attenzione»: non è andato al pronto soccorso né dal medico, ma ha seguito il triage telefonico. I tamponi per la fidanzata e per l'anziana madre sono negativi. Il virus non indietreggia, come Ceriscioli: in serata risulta positiva, in attesa di conferma dall'Istituto superiore di sanità, una coppia di anziani di Fano. Sono i primi esempi di contagio autoctono, con molte relazioni, ma nessun contatto con i luoghi-focolai: in tarda serata sono stati trasferiti dal pronto soccorso di Pesaro - che verrà disinfestato - all'ospedale di Torrette. Poi c'è un giallo. È un uomo contattato dall'ospedale di Rimini: l'operaio 56enne aveva accompagnato in un viaggio in Romania l'amico, il ristoratore contagiato dal virus. Residente a Piandimeleto, è in quarantena con i familiari. Ma a Ceriscioli dice che a lui non risulta un quarto contagiato.
La battaglia
L'epidemia scende verso sud, dirompe nelle Marche dove scattano misure di prevenzione anti-contagio contestate dal governo nazionale e dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Si va allo scontro istituzionale con la decisione, del Consiglio dei ministri, d'impugnare l'ordinanza per ricorrere al Tar. Il premier Conte attacca Ceriscioli a L'Aria che tira in onda su La7: «Ci ha sorpreso che dopo che tutti avevano concordato sul protocollo suggerito, le Marche hanno realizzato uno scarto, una deviazione». Assesta il colpo: «Questo non va bene perché se ognuno assume iniziative per conto proprio si crea una confusione generale del Paese difficile da gestire». Le Marche-caso-nazionale, tuttavia, non scoraggiano il governatore che tira dritto e a fine giornata - dopo la prima riunione della cabina di regia - torna in diretta Facebook per annunciare che la sua ordinanza oggi arriverà sul tavolo di tutti, con i Comuni in prima linea. «A maggior ragione - resiste - servono le misure che abbiamo messo in campo: non devono spaventare o creare il panico, servono a fare sentire tutti più sereni». Ma il premier Conte non ci sta: «Disporre la chiusura delle scuole crea problemi per i genitori. Ha solo effetti negativi e non positivi». Nella polemica s'insinuano M5S e Lega che accusano Ceriscioli di cercare solo «consenso elettorale».
Maria Cristina Benedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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