LA STRATEGIA
Wait-and-see approach. In America l'avrebbero riassunta così

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Martedì 17 Novembre 2020, 05:05
LA STRATEGIA
Wait-and-see approach. In America l'avrebbero riassunta così la situazione delle Marche: aspetta e vedi. È la linea del governatore Francesco Acquaroli da cui non si è discostato neanche nella giunta fiume di ieri in cui intorno al tavolo delle riunioni del settimo piano si è rifatto il punto con i dirigenti sanitari e i tecnici dell'osservatorio epidemiologico. Acquaroli ha insistito con convinzione sul filo del rasoio concendendosi qualche oscillazione verso il lato rigorista.
L'unica notizia di giornata
A Fano Tv prima di arrivare a palazzo Raffaello il governatore aveva rivelato l'unica, vera notizia di giornata: l'ordinanza anti assembramento (che venerdì è apparsa la foglia di fico mentre il ministro Speranza spogliava la regione del colore giallo per rivestirla di arancione) in realtà, potrebbe essere ugualmente emanata. Il governatore ha scandito a chiare lettere nel corso dell'esecutivo che le scene del fine settimana lasciano presagire una direzione pericolosa e sconsiderata. «Non temo chi da Ancona va a lavorare a Osimo - è la sintesi del discorso di Acquaroli - ma lo scarso distanziamento sociale che, invece, resta l'unico deterrente alla trasmissione del virus». Acquaroli ha confidato ai suoi che non ci sta a passare per un non-decisionista, ha ribadito che si immerge quotidianamente nei conti e se 700 contagi al giorno e il 30% di rapporto positivi/tamponi sono comunque cifre acuminate si aspetta che questa settimana le curve possano migliorare. La giunta sospende per il pranzo. Riprende per le 14.30 e tira fino alle 17.30. Ancora Covid e poi gli assestamenti di bilancio. Nel telefono il messaggio di un amico nel telefono gli notifica che l'Abruzzo da domani si autoconfinerà in zona rossa; che l'ordine dei medici della Puglia ha lanciato un appello al governatore Emiliano perché lo stato di rischio del tacco dello Stivale diventi rosso.
Il caso dell'Abruzzo
Acquaroli non si muove per convinzione e risponde «che l'Abruzzo fino a ieri aveva 1000 positivi al giorno. Noi siamo stressati certo, ma non come loro». Tradotto: nessuna fuga in avanti, al massimo una via di mezzo. È una concessione importante nel linguaggio decisionale del governatore fin qui restio ad aprire l'ala del rigore: per questo l'ordinanza anti assembramento andrebbe anche letta come una sorta di anticamera del lockdown. Agli assessori ha anche trasmesso forti timori sulla «zona arancione: ucciderà l'economia ma in realtà servirà a poco». Per questo teme gli assembramenti e allora tiene viva l'ipotesi dell'ordinanza.
Il percorso condiviso
Poi ribadisce in tv che «a determinate scelte ci si può arrivare anche insieme, senza imporle, magari condividendole, condividendo un percorso. Questo è quello che si aspettano anche i cittadini italiani e marchigiani nella fattispecie dalle istituzioni in questo momento». E ancora. «Credo - motiva il governatore - che una concertazione su questi numeri, che poteva partire mercoledì o giovedì, poteva portare tutti a una scelta più consapevole e condivisa oppure poteva rimandare la scelta per andare ad approfondire se davvero la tendenza era così pericolosa o si poteva aspettare qualche giorno a fare questa scelta». Acquaroli balla sul filo del rasoio: sa che con dieci Covid hotel aperti, le Rsa allestite e una valanga di gente positiva e sintomatica a casa ha finito le carte da giocare. Se con l'inverno alle porte risale l'onda saranno le terapie intensive a essere investite. In giornata il presidente ha anche ribadito il suo pensiero sulla app Immuni: «Se deve essere la soluzione, allora il Governo la renda obbligatoria per tutti. A quello che mi risulta continua a funzionare poco e male. Acquaroli ha ribadito che non l'ha scaricata, mi piacerebbe poter utilizzare uno strumento che funziona. L'app Immuni così com'è non funziona, non lo dico io, ma i numeri». Oggi si ricomincia in sala travaglio: consiglio regionale a palazzo Leopardi, conferenza Stato-Regioni, riunioni per studiare l'ordinanza. Potrebbe essere il giorno buono. E poi i maledetti numeri.
Andrea Taffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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