LA STRATEGIA
FANO La Lega punta a vincere e anche a piazzare una vigorosa spallata

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Sabato 11 Luglio 2020, 05:05
LA STRATEGIA
FANO La Lega punta a vincere e anche a piazzare una vigorosa spallata al governo. «L'esito del voto nelle Marche, terra martoriata e umiliata dal centrosinistra che non ricandidando Ceriscioli ammette il proprio fallimento, conta più che altrove» confida da Fano il vice segretario nazionale Andrea Crippa, che individua come strategica proprio la provincia di Pesaro e Urbino («qui come ad Ancona si tratta di guadagnare quel consenso che nel sud delle Marche dobbiamo invece consolidare») e rileggendo il negoziato per l'investitura del candidato governatore Acquaroli, attribuisce al suo partito «una grande prova di maturità. Potevamo spendere personalità altrettanto autorevoli ma per il bene della coalizione abbiamo fatto un passo indietro». La lista dei candidati vedrà la luce «forse già verso la fine della prossima settimana e alla presenza di Matteo Salvini» fa sapere il commissario regionale Marchetti, mentre l'impalcatura del programma è bell'e pronta e si attendono solo le ultime indicazioni della campagna d'ascolto per i ritocchi.
La stella polare
Al centro di tutto la sanità, che per Zaffiri ha vissuto come «una disgrazia» la gestione Ceriscioli e che va ricostruita seguendo la stella polare «della vicinanza ai cittadini. Occorre recuperare gli ospedali di rete e ridare efficienza al servizio fornito all'entroterra» aggiunge il capogruppo in Regione, che elegge a protagonisti della nuova fase i medici di base e invoca una riforma profonda della struttura burocratica attraverso l'istituzione «di cinque Aziende Sanitarie Locali, una per provincia e dotate di personalità giuridica», oltre a un ripensamento dell'Agenzia Sanitaria Regionale che allo stato attuale rappresenterebbe solo un inutile «duplicato». Al grido di «la salute prima di tutto» e dopo che Crippa aveva fatto notare come qui «i malati delle aree interne debbano farsi fino a 150 chilometri per le cure oncologiche», l'altro consigliere Carloni, nella veste di padrone di casa, mette alla gogna un sistema che ha portato ad assumere «più burocrati che medici ed infermieri. E dove la mobilità passiva ora si spinge fino all'Abruzzo».
Tanta sanità ma non solo nel programma del Carroccio che annovera altri tre filoni. In cima ai pensieri anche le imprese «vittime di un clima anti-industriale che sta sconfinando nell'accanimento» lamenta Carloni, che sventola «un indice di mortalità fra i più alti in Italia» e osserva anche come «molte start-up non arrivino nemmeno a completare il ciclo di vita dei cinque anni». Zaffiri precisa che la Lega medita «una finanziaria Marche sul modello di altre regioni» in grado di garantire ossigeno soprattutto al mondo artigiano. «Dobbiamo avere a cuore le 50.000 partite Iva che costituiscono la spina dorsale del nostro sistema» aggiunge, e senza trascurare l'agricoltura («lì i soldi ci sarebbero già ma non vengono spesi. Oppure vanno ai soliti noti»). Da arginare poi la fuga dei cervelli che è poi fuga e basta se Carloni prefigura il fosco scenario che vedrebbe la popolazione marchigiana «scendere a un milione di persone già nel 2030». La leva è l'istruzione e lo strumento un patto con le università per favorire la nascita di start-up altamente innovative. Prima però bisogna vincere «la triste rassegnazione di giovani che non vedono l'ora di andare via, stanchi del fatto che qui il talento non venga riconosciuto e tanto meno premiato».
La riqualificazione
A completare il poker una nuova Legge urbanistica «fondata sulla rigenerazione urbana che favorisca la riqualificazione di centri storici e borghi» chiarisce ancora Carloni, convinto che le ristrutturazioni, oggi al palo anche per l'incertezza sul superbonus, rappresentino la chiave. Carloni è assieme agli altri consiglieri regionali, tra i quali Zura che a Fano garantisce sul reclutamento «di trenta persone di qualità», fra i sicurissimi di una rosa che dovrebbe includere anche i segretari provinciali. A Pesaro-Urbino praticamente certa poi la presenza di Serfilippi e Dall'Asta, sempre possibile quella di Cancellieri e invece qualche problema in più per selezionare le figure femminili. Per Ancona ancora buoni i nomi di Andreoli e Bilò, a Macerata si fanno sempre quelli di Cacciolari e Quacquarini, a Fermo quello di Petrocchi. «Sappiamo cosa fare e dove andare» rivendica Marchetti, che liquida l'antagonista Mangialardi come «uno che si nasconde dietro un non-simbolo».
Andrea Amaduzzi
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