La banchina 14 è off limits Via i traghetti, subito lavori

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Lunedì 2 Dicembre 2019, 05:04
L'ORDINANZA
ANCONA Niente bandiera gialla. Sul porto di Ancona non sventola il segnale di pericolo a bordo, nonostante la banchina 14 sia stata blindata con un'ordinanza firmata, il 27 novembre scorso, da Rodolfo Giampieri. Il presidente dell'Autorità di Sistema portuale del mare Adriatico centrale è categorico: «Interdizione immediata a ogni operazione di approdo». Al passaggio successivo spiega il perché della sua decisione e s'appella al sacrosanto criterio della prudenza: «È stata presa in via precauzionale sino a che non saranno posti in atto gli adeguati interventi risolutivi del caso». Off limits, e non si discute.
La relazione
Non si scherza - è inciso al terzo capoverso, preceduto da un tenuto conto che evidenziato in neretto - con «i dissesti statici» di quel pezzo di molo minacciato anche da «ammaloramenti della sovrastante rampa metallica funzionale alle operazioni di sbarco e imbarco» dei veicoli sui traghetti. No, non si scherza. A smorzare il tono d'allerta, tuttavia, interviene Matteo Paroli, segretario generale dell'Authority: «Tutto previsto. L'intervento all'incrocio tra le banchine 13 e 14 era già stato programmato, tant'è che una relazione tecnica del 15 ottobre, firmata dall'ingegnere Luca Moroni, spiega le condizioni critiche in cui versa quel tratto particolarmente delicato e getta le basi del progetto esecutivo per il suo risanamento». Una quarantina di metri in tutto sui quali viene adagiata la piattaforma per l'ingresso è l'uscita di auto, tir e moto.
I dettagli
Un via vai che non concede «potenziali pregiudizi - è scritto ancora nel documento - per la pubblica incolumità nonché per la sicurezza dei lavoratori». Paroli aggiunge dettagli, ridimensiona il rischio: «Quegli approdi, dall'8 al 16, sono stati costruiti con tecnologie degli anni tra i Sessanta e Settanta. Allora era tutta un'altra storia. Oggi, quando la nave è in partenza, la spinta idraulica delle eliche del motore raggiunge una potenza non paragonabile a quella di cinquant'anni fa». Arriva al nocciolo della questione: «I lavori alla radice della banchina 14 - che fin'ora ha accolto otto navi a settimana - altro non sono che interventi per contrastare l'usura del tempo». Niente di inaspettato, insiste il segretario che sostiene il teorema con una serie di particolari incontrovertibili: «L'investimento previsto è di 500mila euro e al bando - che si è chiuso lo scorso 5 novembre - hanno risposto una settantina di aziende: di queste solo 15 saranno ammesse alla presentazione dell'offerta economica». Stringe sulla sequenza: «La procedura dovrebbe arrivare al traguardo, con l'affidamento dell'incarico, entro il 15 gennaio».
Le manovre
Il cronoprogramma non lascia tempo al tempo: «L'operazione di restyling dovrebbe avvenire in tre mesi: a fine maggio le manovre di sbarco e imbarco potrebbero tornare alla normalità». In attesa che i segni del tempo siano cancellati, i ferry Minoan, Superfast e Anek - tutti con rotta ellenica - saranno accolti negli specchi d'acqua degli approdi 15 e 16. «Venerdì scorso abbiamo organizzato una riunione di coordinamento tra Autorità e Capitaneria di porto». Paroli rafforza il concetto del tutto-sotto-controllo con un'ultima sfumatura: «Abbiamo solo anticipato d'un mese, o poco più, lo stop della banchina 14 per evitare che il suo deterioramento peggiorasse rispetto alla descrizione presentata nel bando». Il criterio della prudenza, appunto.
Maria Cristina Benedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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