L'INTERVISTA
Palmiro Ucchielli, oggi sindaco di Vallefoglia, già senatore

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Sabato 8 Agosto 2020, 05:04
L'INTERVISTA
Palmiro Ucchielli, oggi sindaco di Vallefoglia, già senatore e deputato, ma soprattutto presidente della Provincia di Pesaro Urbino per dieci anni (1999-2009) e assessore per sei anni ai Lavori Pubblici sempre in Provincia (1985-1991): come è possibile che per la Fano-Grosseto siamo ancora qui?
«Le grandi opere non si fanno dalla mattina alla sera. Per un'opera servono centinaia di milioni ma soprattutto ci vuole continuità istituzionale. Poi bisogna mettere dei termini ai cantieri e infine, bisogna scegliere le grandi opere che hanno una priorità».
Tutti i presidenti di Anas degli ultimi 20 anni hanno detto che questa strada era una priorità.
«Purtroppo la Fano-Grosseto è un esempio di come non si debba fare una strada».
Perché?
«Se è prioritaria servono i soldi e i soldi arrivarono a singhiozzo. Poi bisogna completare l'opera: discorsi pochi e molti fatti».
Scusi Ucchielli lei è stato assessore 6 anni e 10 presidente negli anni in cui i cantieri andavano avanti: lei cosa ha fatto?
«Intanto prendemmo i primi 45 miliardi di finanziamento grazie alla frana di Ancona (calamità che investì la zona nord del capoluogo nel dicembre 1982, ndr) con cui si poteva partire. Facemmo il progetto esecutivo. Il ministro mi pare fosse Prandini».
Si fece il foro pilota per la galleria della Guinza. Poi è fallita l'impresa nel 1994. Ma dopo il 2000 quando lei era presidente il cantiere è ripartito.
«Mi creda, non contava molto chi fosse presidente. Quella era un'opera statale, del ministero dei Lavori pubblici, di cui Anas era il braccio armato. Era fondamentale la continuità istituzionale: che al cambio dei governanti si riconoscesse la priorità della strada».
Ma da Pozzi a Simonini tutti i presidenti Anas hanno detto che era una priorità. Di chi è la responsabilità?
«Io guarderei il positivo. Dopo questa tragedia del Covid forse possiamo dire che non tutti i mali vengono per nuocere. I soldi dell'Europa ci danno un'altra chance da sfruttare senza esitazione. Un'occasione più unica che rara».
Le responsabilità, Ucchielli. Lei era un Ds di ferro quando i Ds erano al governo. Con la sponda della Regione e della Provincia dello stesso colore. Punta di un partito come i Ds che a Pesaro ha sempre dettato legge: chi si è addormentato tra i vostri colletti bianchi?
«Io le battaglie le ho sempre fatte. Portai 40 sindaci del territorio a Roma sotto l'ufficio di Prandini a protestare. Gli portò male perché venne arrestato. Battute a parte, è mancata la continuità istituzionale che è l'abc della politica. Puoi lottare quanto vuoi ma contro i mulini a vento è dura».
Ma chi erano i mulini a vento? Quelli che volevano la Quadrilatero che poi vi ha soffiato i soldi (dopo averli soffiati anche ai binari della Orte-Falconara)? Baldassarri... Spacca: facciamo dei nomi.
«Con Baldassarri ci fu la polemica che invece di guardare di qua gli interessavano le strade più a sud e stando ai fatti penso che fosse proprio così».
O è stato scaltro Spacca a spingere Quadrilatero e Fabriano?
«Non servono le polemiche: io sono un pragmatico riformista. Abbiamo un'occasione d'oro davanti».
Si è detto che il peccato originale sia stato pensare questa strada a quattro corsie, un'idea faraonica con costi esorbitanti.
«Ma quale peccato originale. È la tragedia del Monte Bianco del 1999 che ha fatto sballare tutto: gli standard della sicurezza sono stati ridefiniti. E comunque due canne di galleria si possono garantire ovunque, con la Provincia l'abbiamo fatta al Furlo. Veda lei».
Una cosa che non rifarebbe?
«Della mia carriera istituzionale rifarei tutto, o quasi».
Quel quasi è per la Fano-Grosseto, dica la verità?
«No, la Provincia doveva aiutare e ha aiutato tanto anche fuori dalle sue competenze. Contro i mulini a vento non si può andare».
a. t.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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