L'ASSESSORE: «DOBBIAMO CONTINUARE A EROGARE LE TERAPIE ORDINARIE»

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Sabato 21 Novembre 2020, 05:05
LA PANDEMIA
Stavolta nessun colpo basso da Roma. La cabina di regina nazionale con le palette sul tavolo e i voti sulla gestione del Covid libera le Marche dal timore che qualche indice sanitario andato di traverso provochi un'altra retrocessione indigeribile. In realtà sarebbe un venerdì di tiepide notizie nonostante il tempaccio: l'Rt è in discesa e riflette quello che l'Osservatorio epidemiologico della Regione annuncia, a voce bassa, dalla fine della scorsa settimana. Dunque l'indice di contagio scende a 1,27 (quello calcolato con i dati degli ultimi 14 giorni) e addirittura a 1,17 (quello con i parametri dell'ultima settimana).
Le ultime sacche
Si fa presto a dire sollievo e a palazzo Rossini nessuno si azzarda a pronunciare la parola magica. L'assessore alla Sanità, Saltamartini arriva a sera con un filo di voce e chiude la giornata con un aggiustamento del piano pandemico che garantisce un assetto più sollevato ma che erode le ultime sacche di disponibilità di posti Covid: si tratta del quinto modulo aperto all'Astronave di Civitanova (altri 14 posti, totale 70 letti su 84 occupati) e della stabilizzazione della Medicina d'Urgenza dell'ospedale di Civitanova come reparto sporco, cioè con malati Covid. Al Covid hospital confluiranno anche le forze necessarie per seguire il nuovo modulo: si tratta di otto medici, 23 infermieri e 20 operatori sanitari.
L'ospedale della costa, invece, che sembrava un baluardo da mantenere pulito 48 ore fa, oggi diventa un appoggio concreto per la lotta alla pandemia diventando struttura mista. Mentre Camerino, la cui riconversione mercoledì veniva considerata praticamente certa, per ora resta pulito. C'è stata un'aspra battaglia a livello politico. E ci si è messa di mezzo anche Macerata che ha visto la sua struttura sanitaria di capoluogo andare sott'acqua.
La soluzione di emergenza
«Ma se c'è un'altra ondata di pazienti Covid - ufficializza Saltamartini - sarà il Santa Maria della Pietà ad ospitarli. Apriremo un piano che potrà ospitare da 15 a 30 posti. Il nostro obiettivo è quello di garantire anche le cure ai pazienti ordinari di cui non ci dobbiamo dimenticare». Numeri a parte, il respiro più lungo per la Regione viene dalla situazione dei pronto soccorso di Macerata, Pesaro e Ancona «sui quali oggi (ieri per chi legge, c'è meno pressione) e questo dà forza al nostro impegno» continua Saltamartini che continua a tessere la tela mentre Acquaroli prova a mediare nella sua maggioranza. Il duello Civitanova-Camerino ha acceso i campanili nelle ultime ore. In realtà, spiegano i tecnici che ricompongono l'apparente frattura, si tratta di aggiustamenti: Medicina d'Urgenza a Civitanova aveva già pazienti Covid, il prossimo step sarà per Camerino, è l'ora di utilizzare tutte le strutture disponibili. Anche il fronte politico però è in movimento: se Camerino e Civitanova se le sono date (non) di santa ragione, Cagli e Macerata Feltria hanno alzato gli scudi in merito all'accordo Regione-cliniche che le include tra le strutture coinvolte, anche se non in prima linea.
L'assessore non abbassa la guardia
Saltamartini non abbassa la guardia: «Abbiamo 260 anziani nelle Rsa che la Asur sta seguendo: se si crea un focolaio mettiamo a repentaglio vite e facciamo scivolare la Regione verso una condizione, la zona rossa, che vivremmo come un trauma dopo venerdì scorso. E che la nostra economia non si può permettere in questo momento». La Lega lo sostiene, il commissario Marchetti cannoneggia sul governo: «È vergognoso che il governo continui a restare arroccato nelle sue torri d'avorio, lontano dalla vita vera, dalle persone». All'appello della grande cordata anti Covid mancano ancora alcuni pezzi: l'accordo con i medici di base non ha trovato la quadra. E quello con i farmacisti è rimasto indietro. Oggi nuova giunta: teoricamente per discutere il bilancio, tecnicamente si parlerà anche di Covid con l'aggiornamento quotidiano. Ieri Acquaroli ha ascoltato le categorie. Il commercio e i locali tra un paio di settimane potrebbero rialzare la testa. «La verità è che è troppo presto per parlare» chiude Saltamartini.
Andrea Taffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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