L'ALLARME
È arrivata nelle Marche anche la variante Omicron. La prima contagiata

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Giovedì 9 Dicembre 2021, 05:05
L'ALLARME
È arrivata nelle Marche anche la variante Omicron. La prima contagiata è una bambina, residente nelle nostra regione che vive con la famiglia in Sudafrica: la piccola è sbarcata a Roma nei giorni scorsi con la mamma, a bordo di un volo dell'Ethiopian Airlines, è poi si è trasferita nell'entroterra maceratese per trascorrere le vacanze natalizie con i parenti. La bambina, non vaccinata, sta bene ed è asintomatica: trascorrerà il periodo di isolamento nelle Marche.
La notizia dalla Regione Lazio
La notizia relativa alla variante Omicron è stata resa nota ieri dalla Regione Lazio in un comunicato stampa nel quale si dava conto anche di altri due casi di Omicron, disgiunti da quello della piccola maceratese per cui è stato allertato il dipartimento regionale di prevenzione della Asur Marche. Valutato tutto il percorso epidemiologico la situazione viene valutata come sotto controllo e non si rende necessario il tracciamento di altri contatti sul territorio. La piccola e il genitore sono potuti rientrare in virtù di una delle eccezioni stabilite dal decreto emanato dal ministro della Salute Speranza lo scorso 26 novembre. Decreto collegato proprio alle notizie sulla diffusione rapida della variante Omicron o sudafricana. La misura principale dell'atto consisteva nel divieto di ingresso per chi negli ultimi «quattordici giorni aveva soggiornato o transitato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Malawi, Mozambico, Namibia, Eswatini». C'era però un'eccezione prevista per chi, residente in Italia prima del 26 novembre, voleva rientrare dagli stessi paesi di cui sopra. Cinque le condizioni previste: presentarsi all'imbarco con un test molecolare negativo, l'assenza di sintomatologia specifica, la compilazione del modulo internazionale per il tracciamento. Poi all'arrivo un nuovo test (antigenico o molecolare) e il rispetto dell'isolamento fiduciario per un periodo di dieci giorni. Con obbligo di effettuare un ulteriore test molecolare al termine del periodo di isolamento.
L'allerta dal sequenziamento
Nell'espletamento di questo protocollo di sicurezza, è stata individuata la positività della bambina - che ora resterà in quarantena nel Maceratese finché il tampone non risulterà negativo e il sequenziamento eseguito dallo Spallanzani di Roma che fa risalire il contagio alla Omicron. Stessa matrice, riferisce ancora la Regione Lazio, anche per una donna di rientro da Parigi e residente nel Lazio, ed un militare della Nigeria in missione e di rientro nel proprio Paese. Stanno tutti bene e sono in isolamento. I casi sono stati notificati alla piattaforma nazionale affinché vengano allertate le autorità sanitarie delle altre Regioni coinvolte e sono state richieste le liste dei passeggeri dei voli interessati.
La situazione epidemiologica
Intanto, le Marche hanno raggiunto una fase di plateau epidemico: l'incidenza ieri a 190,28 casi ogni 100mila abitanti «è stabile da circa 10 giorni nella visione complessiva regionale», fa sapere l'Osservatorio epidemiologico regionale diretto dal dottor Marco Pompili. Il discorso non vale però per la provincia di Ancona, che in questo momento sta attraversando una «fase di espansione» del contagio: «nei primi giorni della settimana ha registrato un incremento del 24%, mentre le restanti province sono in una fase di plateau epidemico». Una differenza di trend che si può leggere anche nei freddi numeri di giornata: su 464 nuovi casi comunicati dal bollettino quotidiano dell'Osservatorio, l'Anconetano stacca tutti gli altri territori con 156 positivi, seguito da Ascoli Piceno con 88, Pesaro Urbino con 75, Fermo con 72, e Macerata con 53, oltre a 20 casi fuori Regione. La fase di risalita della curva registrata nelle scorse settimane si sta invece traducendo in un aumento dei ricoveri in area medica, che ieri sono saliti a 112 (sette in più rispetto al giorno precedente), portando il tasso di occupazione dei posti letto a 11,5%, con la soglia critica fissata a 15%. Stabili sopra il 10% (ieri al 12%) le terapie intensive, nonostante un degente in meno.
Martina Marinangeli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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