IL PIANO
ANCONA Una piccola ma luminosa luce in fondo al tunnel. Dato il periodo,

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Domenica 22 Novembre 2020, 05:05
IL PIANO
ANCONA Una piccola ma luminosa luce in fondo al tunnel. Dato il periodo, si potrebbe parlare di una sorta di stella cometa che annuncia la buona novella. A Roma si sta ragionando su un allentamento delle misure restrittive, dal 3 dicembre, per le Regioni che si dimostrano virtuose nella gestione dell'emergenza Covid. Tradotto: quei territori che, nell'arco della prossima settimana, riusciranno a far scendere sotto l'1 l'indice di trasmissibilità del virus l'ormai celeberrimo Rt , potrebbero portare a casa il prolungamento dell'orario dei negozi fino alle 22, la riapertura dei centri commerciali e quella di ristoranti, bar, pasticcerie e pub, anche la sera. Un'impostazione che permetterebbe alle attività commerciali di guardare al Natale con un po' più di ottimismo.
La situazione
Nelle Marche, l'indice Rt è al momento assestato sull'1,17 (settimanale) e 1,27 (bisettimanale) e «se la curva scende, i presupposti per tenerci in zona arancione non ci sono più osserva il vicepresidente ed assessore regionale alle Attività produttive Mirco Carloni . Noi stiamo lavorando per far tornare le Marche in zona gialla e per assicurarci che ci restino, gestendo bene gli ospedali e su questo l'assessore Saltamartini sta facendo un grande lavoro ed i rischi epidemiologici. Fare in modo, insomma, che il nostro sistema regionale rispetti i parametri». Se l'emergenza sanitaria è sempre il punto numero uno nell'agenda di Palazzo Raffaello, il monitoraggio della situazione economica viene subito dopo ed i contatti tra giunta ed associazioni di categoria è costante, «minuto per minuto assicura Carloni : c'è un'aspettativa enorme sul poter tornare ad una sorta di normalità da parte delle attività commerciali, che non chiedono gli aiuti, ma di poter lavorare. E c'è attesa di poter riaprire a dicembre: ci credono in tanti ed anche noi ci crediamo».
Il monitoraggio
La parola chiave è prudenza, affinché l'allentamento delle misure restrittive non si traduca in una nuova impennata nei contagi, ma l'assessore inverte l'equazione, puntando il dito su Roma: «Abbiamo assistito ad un ingiusto accanimento del governo centrale su ristoranti, bar, pizzerie e palestre, dove i protocolli sono sempre stati rispettati. I proprietari hanno dimostrato grande responsabilità, investendo anche molte risorse per fare in modo che i loro locali non diventassero luoghi di contagio, ma restassero luoghi di piacere, nel rispetto delle norme per la gestione del rischio. Le attività commerciali stanno pagando un prezzo altissimo e questo estremo sacrificio deve servire a qualcosa». E magari servirà ad ottenere un periodo natalizio sì «sobrio», per dirla con il premier Conte, ma non post apocalittico. Ma l'eventuale riapertura dal 3 dicembre potrebbe non essere sufficiente per ridare ossigeno ad un settore che, tolta la breve parentesi estiva, è da mesi in apnea.
Le categorie
«Di sicuro non riusciremo a recuperare quanto perso l'amara constatazione di Giancarlo Gioacchini, vicepresidente di Confesercenti Marche e, a mio avviso, riaprire dal 3 dicembre sarebbe fin troppo a ridosso del Natale. In genere, negli anni passati, avremmo già iniziato a lavorare per le festività. Già tornare in zona gialla sarebbe fondamentale per il commercio». Lo scivolamento delle Marche nella zona arancione ha causato un duro contraccolpo per molte attività, penalizzate soprattutto «dal blocco degli spostamenti tra Comuni evidenzia Gioacchini . L'utenza della sola città non è sufficiente a garantire il bacino necessario ad un esercizio commerciale. In molti dicono se non si muore di Covid si muore di fame: non voglio arrivare a questo estremo, ma siamo in grande difficoltà. Fondamentale è almeno tornare in zona gialla per permettere gli spostamenti». Una linea di pensiero condivista anche dal direttore di Confcommercio Marche Centrali, Massimiliano Polacco, secondo cui «far partire la macchina natalizia dopo il 3 dicembre significa creare una smodata corsa agli acquisti che non consentirebbe una adeguata gestione degli assembramenti. Per questo dobbiamo cercare di anticipare il più possibile».
Martina Marinangeli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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