il 16 maggio, con l'attivazione di due moduli. Il 27 maggio il primo ricovero, il

2 Minuti di Lettura
Giovedì 1 Ottobre 2020, 05:05
il 16 maggio, con l'attivazione di due moduli. Il 27 maggio il primo ricovero, il 9 giugno l'ultima dimissione e massimo tre pazienti ospitati. Poi il letargo, con il Comitato no Covid hospital, però, sempre vigile. «Una cosa è tenere il virus fuori dagli ospedali, un'altra è tenere i malati fuori dagli ospedali dice l'attivista Amedeo Regini e con la riapertura del Covid hospital, l'Asur ha scelto la seconda opzione. Senza dir niente a nessuno, viene a casa nostra e fa ciò che vuole. Non dice dove prenderà i medici, probabilmente con un'altra precettazione come a maggio. Ormai da Sileri in giù tutti affermano che non servono maxistrutture ma rimodulare i reparti degli ospedali, usando spazi inutilizzati. A Civitanova ci sono tre padiglioni vuoti. Il tutto nel silenzio tra maggioranza ed opposizione».
I timori
Il presidente del comitato, Ivo Costamagna, teme che «qui arrivino non solo i malati gravi ma tutti i pazienti positivi. Fermo ha chiuso le porte e Civitanova diventa lazzaretto della regione. Tra le altre cose, si va contro la finalità con cui è stato realizzata, sbagliando, la struttura: si andrebbero a curare pazienti normali in spazi costosi per le terapie intensive. Noi continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi». E il dottor Roberto Gobbato, vice segretario regionale del sindacato Anaao, manifesta tutte le sue perplessità in merito a una riattivazione del Covid hospital. «Una struttura inutile e costosa. Anche in caso di emergenza, essendo gestita dall'Area vasta non avrebbe il personale sufficiente per coprire i turni: inoltre la Regione sta predisponendo l'aumento dei posti letto di terapia intensiva negli ospedali marchigiani, per cui gli spazi di Civitanova potrebbero non essere mai utilizzati». Inoltre, sottolinea il dottor Gobbato «oggi sappiamo come trattare il Coronavirus e chi entra in terapia intensiva porta con sè patologie di diversa natura e comunque molto serie».
Le perplessità
Anche Claudio Maria Maffei, ex direttore sanitario dell'Inrca di Ancona e creatore del blog Marche Sanità si è espresso più volte contro il Covid hospital di Civitanova. Ma stavolta ci va cauto. «Credo che stavolta i vantaggi e gli svantaggi di questo centro siano stati abbondantemente discussi e valutati - sottolinea - per cui la decisione sul da farsi stavolta sarà meno emotiva e più motivata». Sul Covid hospital grava anche un'inchiesta giudiziaria per abuso d'ufficio e falso di cui si sta occupando l'avvocato Federico Valori: «Dal punto di vista legale se la riapertura dovesse passare attraverso una nuova convenzione con il Comune potrebbe essere sanata la questione urbanistica. Per il resto ribadisco tutte le mie perplessità su questa struttura».
Emanuele Pagnanini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA