IERI ALTRE 15 VITTIME IL TOTALE DEI DECESSI È SALITO A QUOTA 1909

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Mercoledì 27 Gennaio 2021, 05:05
IL REPORT
Che scendano i casi di nuovi positivi è senza dubbio un segnale interessante anche se gli epidemiologi raccomandano analisi non su dati fotografici ma su quelli di periodi obbligatoriamente omologhi. Proviamo a partire allora dal secondo giorno dell'ultima settimana di gennaio che porta 253 positivi su 1517 tamponi molecolari delle nuove diagnosi per un'incidenza del 16%. È un dato fotografico che sarebbe utile raccogliere ed elevare a paradigma di quella che si spera una nuova discesa. Non è così e non solo per frenare gli eccessivi ottimismi. Per due motivi: lo stato di occupazione degli ospedali è ancora su livelli sopra soglia: nei reparti di cure intensive non ci sono significativi diminuzioni di pazienti (222 lunedi, ieri 217) e lo stessa considerazione si riflette anche sul totale dei ricoverati.
Oltre i dati giornalieri
Molto al di là del dato giornalieri ci sono i numeri delle ultime sei settimane che possono raccontare un'altra storia rispetto alla piccola e non marcatissima flessione che la pandemia ha fatto registrare negli ultimi otto giorni.
Sedicimila contagi in 6 settimane
Intanto partiamo dal dato generale dei positivi che dal 22 dicembre nelle Marche ha fatto segnare qualcosa come 16mila nuovi contagi in appena 40 giorni rispetto ai 37mila contati da marzo a dicembre. Breve lasso di tempo, elevata mole di contagi. Con un'attenuante: da novembre a oggi la Regione è passata da 22mila tamponi processati per settimana a 44mila. Questo significa maggiore penetrazione epidemiologica e capacità di intercettare il virus molto lontano negli ospedali.
Un ritmo forsennato
Ancona che tra 22 e 29 dicembre aveva circa 650 contagiati nelle successive quattro settimane ha marciato a ritmmi forsennati: tra i 1000 e i 1200 contagi per settimana. Solo nell'ultima settimana è scesa a circa 900. Ma di gran lunga resta la zona dove la diffusione del contagio viaggia parecchio. La flessione? Leggera, appunto. Considerazioni simili si possono fare per le province di Pesaro e Macerata, le altre due osservate speciali nei radar degli epidemiologi della Regione. Pesaro ha ballato tra i 900/1000 nuovi contagi a cavallo delle festività per scendere a 700 a metà gennaio e nell'ultima settimana a 600. Andamento analogo a Macerata: la progressione in crescita fino alla settimana tra 5 e 12 gennaio (400, 600 e poi 800) poi riflusso lento dà metà mese in poi (600, 500). Il dato più duro da digerire in parallelo è quello dell'occupazione dei reparti degli ospedali. In queste settimane osservate siamo partiti da 61 pazienti per arrivare al picco di martedì scorso (85 in rianimazione) e ora sono 73.
La curva delle semintensive
Stessa curva per le subintensive: da 132 fino a 162 fino a 9 giorni fa e ora siamo a 144. Così si fa fatica parecchio a gestire lo sforzo di medici, infermieri e ausiliari anche se il completamento del ciclo del vaccino ha portato l'enorme vantaggio di far lavorare una larga parte del personale sanitario in condizioni di sicurezza. La pressione dei reparti ordinari conferma le sensazioni di un arretramento leggero: da 289 ricoverati si è risaliti a 425 e ora siamo complessivamente a 401 pazienti. Tanti.
Gli anziani nelle Rsa dedicate
Ancora e infine: gli anziani ospiti delle Rsa dedicate che non si sono mai mossi da quota 235/240. Tutto questo per confermare che l'ultimo straripamento del Covid in regione non è pienamente rifluito negli argini. Saltamartini ieri ha parlato di Rt a quota 0,98. Appena sotto il filo della zona gialla con gli indicatori degli ospedali sopra soglia. Lo dicono anche i 15 decessi registrati nella giornata di ieri: 7 uomini e 8 donne tra i 66 e i 92 anni tutti con patologie pregresse. Come stavamo 6 settimane fa? Il 22 dicembre si registravano 4 persone decedute e il totale delle vittime era a 1495. In 50 giorni se ne sono andate 414 persone, un quarto dell'intero bilancio luttuoso del Covid delle Marche.
Andrea Taffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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