«Dopo i Laghetti, si ricomincia» Così la cricca guardava avanti

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Lunedì 11 Novembre 2019, 05:04
L'ORDINANZA
ANCONA Mancano 9 giorni all'inaugurazione dei Laghetti del Passetto, il luogo del cuore restituito agli anconetani. Gli uffici della Direzione Manutenzioni, Frana e Protezione civile di Palazzo del popolo sono in fibrillazione perché la giunta tiene molto a questo vernissage fissato per il primo giugno. Fremono anche gli imprenditori del cerchio magico che s'è saldato intorno alla figura del geometra Simone Bonci, il furbetto del cantierino (anche se a volte i cantieri erano da centinaia di migliaia di euro), tratteggiato nelle 134 pagine dell'ordinanza che giovedì mattina l'ha spedito a Montacuto, relegando ai domiciliari i quattro imprenditori della cricca che il tecnico comunale avrebbe sistematicamente favorito assegnando appalti con affidamenti diretti per lavori che poi venivano eseguiti solo in parte o con costi gonfiati da varianti. Guardano avanti, a nuovi affari con il Comune di Ancona, e Bonci li rassicura. Come fa il 22 maggio con Marco Duca, l'imprenditore edile che in cambio delle scorciatoie per entrare in affari con il Comune l'avrebbe foraggiato con costosi gadget per un valore di 2.850 euro. Duca entra nell'ufficio di Bonci, dove da mesi già registravano tutto le micro-camere piazzate dalla Squadra Mobile, e chiede al geometra se c'è qualcosa in previsione. Il tecnico comunale gli risponde che tutti stanno aspettando il primo giugno l'inaugurazione del Passetto. Poi, dal giorno dopo, «a bocce ferme arcominciamo con i cimiteri, le varie fresche, freschelle e freschine».
È una delle intercettazioni riportate nell'ordinanza del gip Sonia Piermartini per giustificare l'urgenza di procedere con gli arresti, come chiesto dalla Procura, per incidere «radicalmente e urgentemente» sul «sistematico mercimonio della funzione pubblica» che emerge dalle indagini della Mobile. Sussiste per il gip il grave, concreto e attuale, pericolo di reiterazione degli stessi reati, come dimostra la circostanza che Bonci, giudicato «particolarmente avido di profitti personali», non appena concluso un accordo, pensi subito al prossimo.
Non a caso il geometra rassicura Tarcisio Molini, amministratore di fatto della Mafalda Costruzioni, la ditta che lo avrebbe gratificato della fornitura e posa in opera di un bagno da 32mila euro nella sua abitazione anconetana. «No, dopo, mica è l'ultima cosa che famo...», lo tranquillizza il geometra amico in una conversazione registrata il 23 luglio nell'ufficio di Bonci. I due programmano che, essendo stato affidato alla Mafalda un altro lavoro da seimila euro, dovrebbero rimanere per il funzionario 2mila euro, «con un rapporto - scrive il Gip - di uno per il funzionario e tre per l'imprenditore».
Nuovi lucrosi affari vengono prospettati da Bonci sia a Francesco Tittarelli, imprenditore di Montesicuro nel giro degli appalti soprattutto delle manutenzioni cimiteriali (incarichi contraccambiati secondo i pm dalla promessa di un portone blindato per casa Bonci) e ancor più a Carlo Palumbo, socio della Procaccia & C., l'impresa teramana che s'è aggiudicata l'appalto da 750mila euro per il restyling dei Laghetti con un ribasso del 25% poi recuperato grazie alle varianti concesse dal Comune e ai buoni uffici di Bonci, ripagato secondo la Procura da «utilità allo stato non meglio precisate». È l'imprenditore dell'intercettazione simbolo dell'inchiesta Ghost Jobs (Lavori Fantasma), la conversazione con Bonci in cui, discutendo di caffè corto, hag e cappuccini, i due parlerebbero in codice di affari e compensi presenti e futuri. «Tu considera che me potrebbero far comodo per salvare quella certa situazione e per incominciare anche quest'altra, questa di cui mi parlavi che ancora è in embrione - dice Palumbi -. Però se uno parla... Com'è che se dice, quando piove da che parte trona ecco o no?». Probabile che si riferisse all'idea, prospettata da Bonci, di affidare alla Procaccia anche la manutenzione dei Laghetti per i primi due anni, in quanto per la successiva gestione, almeno a detta di Bonci (affermazioni per ora prive di qualsiasi riscontro) «l'assessore Manarini sta facendo pressioni - si legge nell'ordinanza - affinché venga affidata alla ditta Co.Ge.Pi». Anche due soli anni di manutenzione, sarebbero stati un bell'affare: 8-10mila euro annui per la straordinaria, secondo i calcoli di Bonci, più 15mila mensili per l'ordinaria.
Lorenzo Sconocchini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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